assassin's creed unityAssassin’s Creed: Unity è uscito da pochi giorni, ma il titolo targato Ubisoft è già sulla bocca di tutti. L’ennesimo episodio che mette di fronte l’Ordine degli Assassini e quello dei Templari ha sicuramente fatto ancora centro sul piano delle vendite. Comprare Assassin’s Creed è ormai diventato un rituale, un passo che ogni gamer deve affrontare. Stavolta, però, più delle ambientazioni mozzafiato, delle sensazionali acrobazie ”parkour style”, delle fasi stealth fatte a casaccio, dei combattimenti con i nemici che prendono il numero per attaccarti, più di tutto questo, ciò che ha attirato l’attenzione del giocatore è stata la massiccia presenza di bugs. Una parola che fa paura, una parola che, insieme a “lag”, fa venire i brividi.

Tutti i giochi possono soffrire di qualche errore di programmazione, un po’ di bad clipping, qualche glitch qua e là, non siamo qui a fare i bacchettoni. Quel che fa rimanere perplessi è che la fase di beta testing sembra ormai un lontanissimo ricordo. Prima di lanciare un titolo sul mercato, un titolo tripla A, la norma vorrebbe che la software house verificasse le prestazioni del titolo con un ”controllo qualità”. I beta tester servono a tale scopo, visionano il gioco, lo testano, appunto, per scoprire righe di codice scritte male che possano compromettere la giocabilità e la fruibilità dello stesso. Se ci fossero errori, ne verrebbe rimandata l’uscita… ma questo forse accade solo in un universo fatto di folletti felici che ballano sotto l’arcobaleno. Nel mondo reale non è così.

Una volta, un gioco usciva completo, non perfetto, ma le imperfezioni erano eccezioni dovute alla striminzita potenza dell’hardware. Oggi bisogna combattere con errori di ogni genere, bisogna stare sempre con gli occhi aperti, una goccia di sudore scende dalla fonte di ogni giocatore, perché la paura si impossessa di lui. La paura che il gioco possa freezare, che il protagonista possa incastrarsi in quella maledetta roccia. L’obiezione potrebbe essere: ormai tutti possono scaricare le patch che risolvono questi problemi, scaricando pochi MB di contenuti aggiuntivi. Senza dubbio è così, ma la domanda che ci si pone mentre il download dell’ennesima patch sta procedendo è: ”perché devo pagare a prezzo pieno un gioco che non è completo?”. Assassin’s Creed: Unity ha già visto nascere ben tre patch per risolvere gli enormi strafalcioni di Ubisoft. Che cosa è successo? Perché le textures del volto del protagonista non si caricano, rendendolo un mostro? Perché ci sono donne succinte sui davanzali di finestre a 30 metri d’altezza? I beta tester non vengono più pagati e sono entrati in sciopero? Gli sviluppatori non sanno più fare il loro mestiere?

La risposta, in realtà, è solo una: soldi. Le software house sfruttano le loro galline dalle uova d’oro fin che possono. Fanno benissimo, chi non lo farebbe? Per farlo, però, sono costrette spesso a far uscire tanti titoli in pochissimo tempo. Non c’è il tempo effettivo per controllare ogni singolo titolo con zelo, il gioco deve uscire, i soldi dei giocatori devono uscire… dalle tasche di coloro che corrono ogni anno a comprare l’ennesimo Assassin’s Creed. Ora tutti a lamentarsi dei bugs. Aspettare a volte si rivela una scelta azzeccata. Il day-one non rende fighi, se poi il gioco che si è tanto desiderato si rivela un enorme bug. Sarebbe ora che il giocatore medio iniziasse a non farsi più prendere per il naso. Forse quando le basi fatte d’oro e platino che sorreggono queste grandi aziende inizieranno a traballare, si inizieranno di nuovo a vedere giochi che non hanno bisogno di rattoppi e pezze per poter essere inseriti nella console.

Assassin’s Creed… bugs: dove sono finiti i beta tester?

Michele Longobardi

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