“Una volta la Serie A era il campionato migliore al mondo!”. Quante volte abbiamo sentito o pronunciato questa frase? Quante volte, parlando di calcio con qualche amico inesperto, abbiamo difeso l’onore della Serie A ricordando gli anni ’80 e ’90, quando “i più forti giocavano da noi”? Da Platini a Ronaldo, passando per Maradona, Van Basten, Matthaus, Zidane e tanti altri, troppi per fare un breve riepilogo. I bei tempi, purtroppo, sono ormai andati. Oggi la Serie A è un campionato povero, dove i pochi campioni rimasti scappano altrove, attirati dal verde dei campi perfettamente curati e dei milioni che trovano andando all’estero. In un momento così difficile, portare in Italia un giocatore di fama internazionale è un’impresa. I club italiani vanno spesso alla ricerca del cosiddetto “colpo di mercato”, spesso comprando veterani di fama internazionale per rilanciarli in Italia. Un nome importante fa sempre rumore, ma il gioco non sempre vale la candela. Si rischia di trasformare la Serie A in un vero e proprio cimitero degli elefanti, dove gli ex-campioni vengono a rubare, calcisticamente parlando, gli ultimi milioni, prima di appendere le scarpette al chiodo.
Sembra essere questo il caso di Fernando Torres, arrivato al Milan in prestito biennale a 4 milioni annui. Torres veniva da tempi difficili in quel di Londra, sponda Chelsea, dove in tre anni e mezzo ha realizzato la miseria di 20 gol in 110 partite di campionato. Il perché del fallimento del Niño a Londra non è ancora chiaro: alcuni sostengono che non abbia retto il fardello dei 50 milioni che Abrahmovic sborsò per lui, altri che fosse in fase calante già nell’ultimo anno a Liverpool. Fatto sta che Torres con i Blues si è rivelato decisivo quanto meno in Europa: 16 gol in 38 apparizioni europee, che hanno trascinato il Chelsea alla doppietta Champions League (2011/2012) – Europa League (2012/2013). Al Milan, che in Europa neanche ci gioca, è continuato il trend negativo in campionato: un solo gol in dieci partite e tante insufficienze in pagella. La società smentisce tutte le voci di mercato, tentando di allontanare i potenziali acquirenti: ne vale davvero la pena?
Anche all’altra sponda di Milano non se la passano benissimo a causa di Nemanja Vidic, sotto contratto per due anni a 2.3 milioni a stagione. Il granitico difensore serbo aveva bisogno di rilanciarsi dopo i gloriosi anni da capitano dello United, ed ecco che arriva l’italiana di turno, in questo caso l’Inter, che l’acquista a parametro zero e pregusta già il sapore dell’affaraccio. Risultato? Vidic non si è mai abituato alla difesa a 3 di Mazzarri, risultando nocivo per la squadra: tanti svarioni, poca sicurezza. Con Mancini, che predilige una difesa a 4, le cose non sembrano essere cambiate: il nuovo tecnico sinora non l’ha mai schierato. E per l’ex United si parla di cessione già a gennaio.
Stessa storia, stessa formula, stesso campionato di provenienza per Ashley Cole della Roma. I giallorossi sognavano un Maicon-bis, ma i sogni spesso non rispecchiano la realtà: Cole ha collezionato solamente prestazioni mediocri, e dopo l’umiliante 1-7 ai danni del Bayern, in cui Robben l’ha letteralmente umiliato, l’inglese ha già perso il posto da titolare a discapito di Holebas. In Inghilterra parlano di un interessamento del Crystal Palace a gennaio: meglio sfruttare l’occasione, prima che sia troppo tardi.
Può sembrare assurdo, ma a qualcuno è andata peggio. Stiamo parlando dell’Udinese, che è incappata nello sciagurato acquisto di Albert Riera, ex Liverpool e pluricampione di Turchia con il Galatasary. Titolare inamovibile con i turchi, Riera ha passato più tempo in discoteca che in campo, dove non ha mai messo piede con la maglia dei friulani, che si sono visti costretti a rescindergli il contratto pochi giorni fa. Anche al Verona non è andata benissimo con il 35enne Rafael Marquez, ex campione d’Europa con il Barcellona. Acquistato dai messicani del Club Leon, il difensore si è beccato già 2 espulsioni in campionato e, come se non bastasse, è vittima di continui infortuni. Nell’impietosa lista dei flop figura anche Hugo Almeida, idolo indiscusso dei tifosi del Porto, con cui ha vinto 2 campionati e una Champions in 3 anni. Il portoghese è noto girovagare per l’Europa in cerca della fama perduta; l’ultima vittima è il Cesena di Bisoli, con cui Almeida ha giocato 7 partite senza nessun gol. L’emblema dell’ennesima stella venuta a spegnersi in Italia.
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Marco Puca