Napoli – Stamattina (sabato 19 dicembre) il presidio di Libera al Vomero ha presentato il fumetto “Giancarlo Siani… E lui che mi sorride” di Alessandro di Virgilio ed Emilio Lecce alla libreria Iocisto.
Il fumetto racconta il Giancarlo Siani giornalista coraggioso attivo nella lotta alla camorra, ma presenta al pubblico anche un aspetto forse più inedito del Siani: la storia del ragazzo di 26 anni che viveva i suoi anni migliori così come ogni altro suo coetaneo.
La storia di una vita intensa, piena, impegnata e quindi per questo a volte anche difficile, raccontata tramite fumetto per alleggerirla, per veicolarla in un formato più semplice in modo che possa arrivare a tutti; come spiegano gli autori.
L’appuntamento di stamattina è stato l’ultima tappa di un percorso dei volontari di Libera iniziato già qualche tempo fa insieme ai ragazzi della III C del liceo Pansini, nell’ambito del progetto “Libertà di informazione, storie dei giornalisti uccisi dalle mafie”.
La missione del progetto è raccontare esempi di vero giornalismo. Non quello che viene svolto come semplice impiego o manipolato da terzi, veicolato da interessi esterni o ancora scarno e censurato, frutto di qualche superficiale ricerca. Ma quello che risponde al bisogno di verità e libertà di informazione, che svolge il suo fondamentale ruolo sociale di dire, raccontare e denunciare.
Libera coinvolge i giovani perché è forte la convinzione che per combattere le mafie non ci sia bisogno di forze armate, ma che sia la cultura l’arma da dover impugnare. “Bisogna investire nella scuola, già dall’asilo nido. Investire nell’informazione e nell’educazione alla legalità per far sì che la camorra venga sconfitta dagli uomini coscienti di domani e non da militari armati, perché altrimenti le mafie non moriranno mai” afferma Paolo Siani.
E insieme al fratello di Giancarlo, più voci si sono alternate nel racconto della storia e delle vicende giudiziarie dell’attentato al giornalista: gli autori, che ne hanno conosciuto la vita ripercorrendola insieme alla famiglia, e Armando D’Alterio (pubblico ministero del processo Siani).
Ci hanno raccontato la leggerezza, spensieratezza e imprevedibilità del ventenne Siani e qualche simpatico aneddoto; intrecciate a coraggio e fermezza d’animo nel suo impegno sociale. Il punto di vista della famiglia che non aveva compreso al tempo che il pericolo era già sulle tracce di Giancarlo. “La cosa che ancora oggi mi rattrista è immaginare la sua solitudine in quel momento: non poteva rivolgersi a nessuno per raccontare la sua preoccupazione in luce alle nuove scoperte degli intrecci di camorra che aveva denunciato” continua Paolo, il fratello.
E dall’altra parte il percorso delle vicende giudiziare conclusesi con la vittoria della giustizia: ci sono voluti 11 anni di indagine (di cui D’Alterio spiega le evoluzioni), ma la conclusione è arrivata portando con sé ben 6 ergastoli.
Dopo 30 anni dall’attentato a Giancarlo Siani, l’importante è continuare a raccontare la sua storia, ma anche osservarla, studiarla, leggerla dalla sua mano con i suoi articoli. Il lavoro di Giancarlo portò ad arresti, a smascheramenti di “uomini” di camorra, ma anche di Stato. Lui arrivava, capiva, scopriva a volte addirittura prima di polizia e procura. Raccontare il suo lavoro per non darla vinta a chi ha provato a fermare la sua penna e per indirizzare nella giusta via le penne dell’oggi e del domani.
Lucia Ciruzzi