“Medea”, come la donna che nella tragedia greca uccise i suoi figli, è il titolo della foto che ritrae Alessia, donna trans con il sogno di essere madre. È uno degli scatti di Martina Esposito, raccolti nella mostra “Tra le braccia di Salmace”, curata da Martina Tarallo, nella Sala delle Carceri di Castel dell’Ovo dal 16 al 25 marzo.
Quattro donne trans: Gabriella, Loredana, Angelica e Alessia. Le foto raccontano le loro storie e le loro attese. I loro sogni, come quello di Angelica che vuole diventare sacerdotessa di un tempio taoista o di Gabriella, che aspetta il grande amore, quello che arriva e ti porta via, in un altro mondo.
Le loro paure, imparate sul corpo e sulla strada. La lotta contro un mondo che ingabbia e appiccica etichette, che traccia a forza di pregiudizi la linea di confine tra il possibile e l’impossibile. Ed è la lotta che porta avanti Loredana con l’Associazione Trans Napoli.
Fotografie che si allontanano dal già detto e già visto per dare forma a una narrazione differente, una narrazione in cui a prendere parola sono le protagoniste, con la singolarità della propria esistenza.
A fare da sfondo ad ognuna c’è il proprio spazio di vita. Loredana viene fotografata nella sua stanza da letto, con l’immagine della Madonna dell’Arco, mentre la grata alla finestra sembra non voler far uscire fuori le preghiere, e a far da sfondo ad Alessia c’è il posto in cui andava con il suo primo fidanzato.
La mostra deve il suo titolo al mito greco della ninfa Salmace, che, innamorata di Ermafrodito, riesce a rapirlo in un abbraccio tanto intenso che i due corpi finiscono per fondersi. Un uomo e una donna vivono così in un unico corpo. Un mito che richiama l’esperienza delle protagoniste. Tutte e quattro hanno vissuto il proprio corpo come stretto, come un abbraccio da cui è impossibile liberarsi. E poi la trasformazione per inseguire ciò che si ama, per essere se stesse.
Tutto questo ha un prezzo. Alessia aveva provato ad inserirsi in grandi aziende del make up ma, passate tutte le selezioni, al momento del rilascio dei documenti, veniva ritenuta non idonea. Vive tutti i giorni l’incubo di mostrare le generalità. Gabriella voleva fare la parrucchiera, ma nessun negozio voleva assumere una trans.
Storie di discriminazioni e violenze. Ma soprattutto storie di speranza. Ci si perde, allora, negli occhi di Loredana che guardano verso l’alto, ma nel frattempo con rabbia e con passione continuano a lottare quaggiù, tra queste strade.
Giulia Tesauro