Hitler è nel cuore degli indiani. Nato a Braunau am Inn, in Austria, il 20 aprile 1889, il simbolo della folle ideologia creata dalla Società Thule, condannato pressoché in tutto il mondo occidentale, è riuscito a penetrare nei cuori asiatici, trovando terreno così fertile che è diventato un idolo, l’uomo di governo che molti, benché lontani dall’aver sperimentato direttamente o udito le testimonianze di chi subì i risultati delle politiche naziste, vorrebbero governasse l’India.
In una classe del ceto medio-alto, composta da 25 ragazzi di 15-16 anni, è stato chiesto quale personaggio storico fosse ammirato dagli studenti: 9 hanno risposto Hitler, 1 solo Gandhi. Nella stessa classe, parlando dell’idea del coraggio, di Gandhi è stato detto che fosse «un codardo».
Un sondaggio condotto da The Times of India, datato 2002, attestava Adolf Hitler al 17% nei gradimenti sul tipo di leader che l’India avrebbe dovuto avere. Questa cifra consentiva al Führer del Terzo Reich di piazzarsi terzo, dietro il Mahatma Gandhi (23%) e l’ex primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee (20%).
Il quotidiano indiano supponeva che questi risultati fossero legati non a valutazioni morali, bensì all’efficienza ed alle capacità manageriali nel pianificare e compiere lo sterminio degli ebrei, così come il forte nazionalismo, uniti ad un’attitudine all’omicidio ed allo stupro da parte del ceto medio.
La supposizione si è dimostrata errata. Sempre per i ragazzi interpellati sul coraggio, Hitler «era un fantastico oratore, che amava il proprio Paese. Un grande patriota che ha ridato orgoglio alla nazione dopo l’umiliazione della pace di Versailles». E i milioni di morti causati dal nazismo? «Un male, ma alcuni erano traditori».
Non ci si deve stupire di tali affermazioni – che pure destano sconcerto – per il semplice motivo che, stando ai dati del 2012, in India ben 12 editori pubblicavano edizioni del Mein Kampf, il libro-manifesto dell’ideologia nazista. Le 100mila copie vendute dall’editore Jaico tra il 2003 ed il 2010, in un Paese nel quale basta vendere 10mila copie per parlare di un bestseller, dimostrano la grande diffusione del fenomeno tra gli indiani alfabetizzati.
Pare anzi, stando ad un articolo, che il Mein Kampf sia diventato un testo da leggere assolutamente nelle scuole di business.
Lo sdoganamento di Hitler, del nazismo e del Mein Kampf è avvenuto soprattutto ad opera di Bal Thackeray, leader del partito induista di estrema destra Shiv Sena morto nel novembre 2012. Shiv Sena è attualmente un partito di governo.
Nel 1993, dopo mesi di scontri a Mumbai, Thackeray dichiarò al famoso magazine Time che «non c’è nulla di male se i musulmani sono trattati come gli ebrei nella Germania nazista». Per Thackeray, induista, il problema erano i musulmani, dei quali i 250 milioni presenti in India rappresentavano «una delle sette bombe atomiche del Pakistan», tanto che nel 1992 si spinse ad affermare che «se prendete il Mein Kampf e sostituite la parola ‘ebreo’ con la parola ‘musulmano’ otterrete ciò nel quale credo».
Il pericolo di diffusione del Mein Kampf e delle folli idee di Hitler è ora più che mai alto: il copyright sull’opera, attualmente detenuto dallo Stato della Baviera, scadrà il 30 aprile 2015, vale a dire 70 anni dopo la morte dell’autore. A partire dal 1º maggio, l’unico limite alla diffusione dell’ideologia nazista sarà la legislazione dei singoli Stati del mondo, in quanto il Mein Kampf diventerà di dominio pubblico.
Ciononostante, gli indiani ci tengono a far sapere, anche attraverso Facebook, quanto bene vogliono ad Adolf Hitler.
Today Hitler was born…
Posted by Laughing Colours on Domenica 19 aprile 2015
Simone Moricca