Scampia – Dopo un periodo in cui i roghi tossici sembravano aver smesso di danneggiare il quartiere e la salute dei suoi abitanti la situazione si è ripresentata generando una situazione di allarme in tutta l’area. I roghi avvengono quasi sempre nello stesso punto, nei pressi di via Cupa Perrilo dove è presente da oltre 30 anni il campo rom. Abbiamo intervistato il consigliere municipale e il capogruppo Dema Claudio Di Pietro per fare maggior chiarezza a riguardo.
Sono anni che va avanti la storia dei roghi tossici a Scampia, ma la situazione negli ultimi mesi è degenerata. Cosa sta succedendo?
“Accade qualcosa di grave. I roghi tossici sono paragonabili a 100 inceneritori poiché noi siamo ambientalisti sappiamo bene che quando c’è la combustione dei rifiuti avviene nell’area qualcosa di nocivo molto grave. Le popolazioni nelle vicinanze nei campi rom stanno soffrendo questo fenomeno proprio perché questo fenomeno avviene nei pressi dei campi rom. I rifiuti vengono portati da fattorini pagati che lavorano per aziende che devono scaricare in connubio con qualche persona che abita nel campo rom. Avviene poi lo smaltimento illecito dei rifiuti con combustione. Ciò sta provocando che la colpa ricade sempre sui più deboli e c’è una vera e propria caccia al rom, crescono i Salvini del quartiere tra Scampia, Arzano e Melito. Noi stiamo spiegando che quello che succede è un processo che il rom non riuscirebbe mai a fare da solo, viene pagato e tutelato per far bruciare i rifiuti. C’è un clima politico che è pesante, ci sono forti strumentalizzazioni e chi ha un animo socialdemocratico soffre perché nello stesso tempo la combustione fa ammalare una popolazione e noi non possiamo più tollerare tutto questo.”
Sono stati effettuati dei controlli e sono stati ritrovati questi rifiuti che quando vengono incendiati risultano dannosi per l’ambiente e di conseguenza per la salute dei cittadini. Che tipo di rifiuti sono?
“Sono materiali che provengono molto spesso da aziende, come ad esempio le vernici. Lo smaltimento dei rifiuti costa tanto in questo paese quindi tendono a smaltirlo a nero. Per far scomparire i materiali mettono in atto questo processo.”
Qualche giorno fa il consigliere municipale Salvatore Passaro ha dichiarato al Il Mattino che un modo per poter contrastare il fenomeno è quello di invitare le autorità a fare dei controlli h24 in modo da prevenire attività illegali. Lei è d’accordo, pensa che possa essere un modo per risolvere il problema?
“Dirò di più bisognerebbe mettere le telecamere. Se riuscissimo a intercettare l’azienda che sversa e il rom venduto allo smaltimento riusciamo a prendere sia colui che fa questo reato di sversamento illecito dei rifiuti e sia chi crea la combustione. Prima c’erano dei controlli h24, c’era il camioncino dell’esercito italiano che sostava fuori i campi rom. Per un anno infatti non avemmo roghi perché c’erano i controlli e quindi il fenomeno era fermo. Appena non c’è più la presenza dello Stato il fenomeno riparte.”
I rom che stanziano in quei campi vivono una condizione di disagio sia per quanto riguarda il fattore sicurezza, ma anche per quanto riguarda il fattore igienico-sanitario. Avete pensato a un modo per poter dare a questi nuclei familiari una sistemazione o una condizione più dignitosa?
“C’erano dei progetti. Il progetto era quello dei famosi 7 milioni di euro però ci furono delle proteste, fu scritto a Brussels e il progetto venne rifiutato perché non era compatibile. Sicuramente quei soldi avrebbero messo a posto un po’ il campo rom mentre oggi ci troviamo a vivere un problema. A volte c’è una sinistra radicale che sta in silenzio, bisogna fare mea culpa, quei soldi non dovevano tornare indietro perché magari oggi si facevano anche le telecamere.”
La situazione che si presenta è questa. Il Comune, in questo senso, come intende procedere?
“Il Comune e la Regione devono collaborare. Il Prefetto e il Questore sono a conoscenza del problema da quattro anni, abbiamo fatto una manifestazione con più di 1 milione di persone sulla terra dei fuochi. Andammo anche noi per denunciare i roghi tossici a Scampia. Allora non capisco come mai non si è messo nell’agenda politica un problema come questo. Dove ci sono i roghi tossici da anni avrebbero dovuto esserci le telecamere o almeno un sistema che prevenisse il fenomeno.”
Maria Baldares