La questione della storica area commerciale dismessa di Casoria sembra finalmente arrivata, dopo anni, alla sospirata svolta.
Un gruppo imprenditoriale abruzzese con interessi nel settore dell’abbigliamento e delle calzature, Il Globo, avrebbe manifestato alla Regione Campania (che, nell’ambito di una apposita Conferenza di servizi con i sindacati dei lavoratori del complesso dell’ex Euromercato, monitora da tempo l’evoluzione della vicenda) l’intenzione di voler investire nella riqualificazione del primo, storico parco commerciale del Sud Italia.
Secondo quanto pubblicato dai portali on line Il Mediano e Nano TV, si sarebbe arrivati alla definizione di un preaccordo, in forza del quale si prevedrebbe la destinazione delle aree dismesse a nuove finalità commerciali, rispettandone la destinazione originale, entro la fine del 2016. L’investitore potenziale sembra affidabile, essendo il Gruppo Globo un leader in Italia della distribuzione nel settore calzaturiero e dell’abbigliamento, con oltre 1500 dipendenti e una capillare rete commerciale in tutto il Paese.
Il valore e la solidità del nuovo interlocutore sembrano determinanti soprattutto per fare luce sul destino dei 155 lavoratori dell’ex Euromercato, fino al 2011 gestito dalla multinazionale francese Carrefour, licenziati dopo diversi mesi di cassa integrazione in seguito alla crisi prima e definitiva chiusura poi del complesso commerciale. Ecco spiegato il coinvolgimento in Conferenza di servizi dei sindacati, interlocutori privilegiati del processo di riqualificazione attraverso le sigle confederate di categoria (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Ugl); queste, al tavolo insieme con i rappresentanti del Governo regionale Amedeo Lepore (assessore alle Attività Produttive) e Sonia Palmeri (assessore al Lavoro), hanno dunque provato a fare il punto sulle prospettive di riassorbimento delle 155 maestranze coinvolte, che pure sarebbe previsto dalla Legge Regionale sul commercio.
Quella dei lavoratori è in effetti una delle questioni da verificare con la più scrupolosa attenzione da parte dei soggetti negozianti, prima di arrivare all’approvazione del progetto della Globo: del resto, secondo le dichiarazioni di Peppe Silvestro, della segreteria regionale Uiltucs, riportate da Il Mediano, <<fermo restando che siamo pronti a fare ponti d’oro all’impresa che vuole investire, abbiamo fatto presente agli assessori regionali che questi lavoratori dovranno avere risposte occupazionali, come del resto anche la Legge Regionale sul commercio prevede, per cui è necessario che la Regione Campania interloquisca con l’imprenditore>>.
D’altra parte, il polo commerciale di Via Circonvallazione ha sempre rappresentato una realtà occupazionale importante in una zona tradizionalmente “difficile”: alla data di chiusura i dipendenti erano quasi 200, poi in seguito alla cassa integrazione ne sono rimasti, appunto, i 155 che oggi chiedono risposte e tempi certi. I lavoratori sono stati illusi e disillusi a più riprese negli ultimi anni, dopo che molteplici iniziative da parte di altri gruppi imprenditoriali, apparentemente interessati al rilancio dell’area, erano terminate con un nulla di fatto. Dalla data della chiusura, alla fine del 2010, tante voci e pochi fatti: dal progetto del mai nato “Policentro“, nuovo mega complesso ventilato nel 2012, a quella che Il Mattino chiamava “la speranza di Natale” portata da un gruppo di imprenditori che, non meglio qualificato, sembrava essere in grado di mettere un punto alla vicenda (che però sembra essere arrivato solo sette mesi e mezzo dopo). In mezzo, durante quasi sei anni, oltre alle difficoltà degli ex dipendenti è aumentato anche il degrado, con la vasta area di parcheggio del vecchio centro commerciale diventata luogo di prostituzione e di ritrovo per scambisti, anche in pieno giorno, e i locali interni trasformati in miniera abusiva di suppellettili e altri materiali, a beneficio di vandali e ladri di ogni genere.
Il primo centro commerciale del Sud Italia e solo secondo in Italia, nato nel 1978 e per decenni punto di riferimento del commercio nell’area campana, merita ben altra sorte, insieme ai suoi 155 lavoratori.
Ludovico Maremonti