Mezzocannone Occupato, ore 18.30. Siamo così tanti da riempire tutto lo spazio a nostra disposizione nel cortile interno del civico 14. L’enorme striscione “Stop Biocidio” fa da sfondo ai ragazzi che passano raccogliendo firme, idee, proposte. C’è chi sistema l’impianto audio e chi fa una lista degli interventi prenotati, siamo già a quota 21. Associazioni, comitati, cittadini, tutti riuniti per fare incetta di suggerimenti, di consigli su come risolvere il problema che attanaglia la nostra terra ormai da due settimane a causa dei continui roghi, appiccati appositamente in vari luoghi.
Un rappresentante del Movimento dei Disoccupati Organizzati è il primo a prendere il microfono: «siamo qui per rispedire al mittente le accuse che sono state fatte, ad opera di un quotidiano nazionale, in merito ad un nostro ipotetico coinvolgimento negli incendi che stanno interessando varie zone della Campania». Il tono infervorato è quello di chi è stanco che si perda tempo a puntare il dito contro improbabili responsabili, stanco di chi si nasconde dietro l’utilizzo comodo della parola “camorra”, piuttosto che cominciare concretamente ad adottare soluzioni efficienti e, soprattutto, durature.
La parola passa poi a Raniero Madonna – militante di Insurgencia – che, dopo un breve riassunto della terribile situazione in cui versano la città di Napoli e le zone limitrofe, passa ad esporci il motivo principale che sta alla base dell’assemblea. Ci spiega quanto sia importante avanzare proposte, essere compatti, mostrare alle istituzioni che siamo capaci di riunirci tutti (comitati, associazioni, cittadini senza alcun bisogno di fregi o stendardi politici), che siamo capaci di issare tutti la stessa bandiera, quella della lotta agli incendi.
«Bisogna formare una piattaforma condivisa da tutti – prosegue Raniero – essere qui ed essere così tanti il 19 di Luglio, giorno in cui, di solito, si tende a concentrarsi soltanto sulle vacanze, è un segnale molto forte che stiamo dando a tutti coloro i quali si stanno nascondendo da giorni dietro la nube di fumo che sta oscurando la nostra regione».
Prima di cedere la parola a tutti i successivi interventi, Raniero spiega alla folla attenta quanto vasti siano gli interessi coinvolti negli incendi che stanno consumando il suolo campano, da quelli delle aziende che si occuperanno della bonifica, a quelli di chi fornirà gli arbusti per la riforestazione, per finire, last but not least, agli interessi di chi può soltanto trarre vantaggio dalla terra che continua ad ardere, impiegando mezzi privati per soffocare fiamme che non fanno distinzione tra ciò che è suolo pubblico e tra ciò che è, invece, proprietà privata.
«La lista di questi interessi tra loro sovrapposti deve farci assumere un’importante consapevolezza: dobbiamo salvarci da soli» conclude Raniero tra gli applausi che esprimono tutta l’insoddisfazione e lo sconforto di chi è costretto a respirare da settimane fumo nocivo, di chi vive a finestre chiuse per proteggere i polmoni dalle sostanze tossiche che si sprigionano quando la potenza delle fiamme incontra l’incompetenza di chi non ha saputo liberare la nostra terra dai rifiuti.
Si susseguono in ordine tutti gli interventi prenotati, ognuno con una proposta da inserire all’interno della piattaforma. Tutti i suggerimenti hanno la stessa base comune: quella di restare uniti contro l’assenza delle istituzioni, uniti nella protesta, uniti sotto un unico grido di rivalsa. Salvatore Pace, consigliere comunale, memore della devastazione del Parco Nazionale del Vesuvio, propone la sospensione della stagione di caccia che aprirà tra Settembre ed Ottobre, per dare modo alle 150 specie animali perdute nell’incendio di ripopolare la zona. Elio D’Angelo esprime la sua profonda insoddisfazione verso la disinformazione alimentata anche e soprattutto dalle istituzioni che la utilizzano per farci brancolare nel buio, propone che tutto venga fatto in modo da diradare la coltre di nubi che ci copre gli occhi, che tutto si svolga alla luce del sole con la partecipazione dei cittadini.
Interviene poi Gabriel del Movimento C’AT ACCIS A SALUT di Casalnuovo, che illustra ai presenti una stima fatta sulla base dei dati forniti da sole sette farmacie: «abbiamo calcolato la presenza di oltre 700 malati terminali partendo dal numero di oppiacei forniti dalle farmacie, bisogna scendere in piazza nuovamente per il problema tumori perché, mediaticamente, noi della terra dei fuochi siamo passati di moda. Nessuno tiene conto di quanto influiscano i fumi tossici degli incendi sull’aumento dei casi di cancro nelle nostre zone». Gabriel si unisce alla protesta esposta anche da Raniero in merito al pagamento obbligatorio del ticket di 60€ per coloro i quali, intossicati dal fumo, si stanno recando in questi giorni al pronto soccorso, proponendo di richiedere alla Ministra Beatrice Lorenzin che l’accesso al pronto soccorso – in casi che sono considerati soltanto codici bianchi ma che sono stati causati dall’incompetenza delle istituzioni – sia reso gratuito.
I ragazzi dell’ex OPG-Je so’ pazz parlano in termini di una vera e propria guerra che siamo costretti ad affrontare, nostro malgrado, «la vera vittima in guerra è sempre la verità» gridano al microfono, facendo rimbombare, tra le pareti del cortile interno in cui siamo stipati, questa parola: “verità”. La verità che non ci è dato sapere e non ci è dato conoscere. Le proposte si concentrano tutte su due fronti: quello immediato di spegnimento e quello preventivo per il tempo a venire. Fino a che resteremo uniti, la nostra terra potrà ancora sperare.
Sara Cerreto