Il presidente dell’INPS Tito Boeri, in un’intervista a Presadiretta, ha criticato apertamente il sistema pensionistico italiano, sostenendo che «Il problema vero che abbiamo oggi in Italia è quello dell’equità e non quello della sostenibilità finanziaria del nostro sistema pensionistico». Il dito è puntato in special modo verso i politici italiani rei, secondo il presidente, di percepire dei vitalizi troppo alti, a fronte degli esigui contributi versati nell’arco della loro carriera.
«Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificati alla luce dei contributi che hanno versato in passato. Abbiamo concesso per tanti anni questo trattamento privilegiato a queste persone. Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni, non è il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo rendere, alleggerire i conti previdenziali? Ci permetterebbe di fare qualche operazione di redistribuzione, per esempio andare ad aiutare quelle persone che sono in quella fascia di età prima della pensione che sono in condizione di povertà, oppure potremmo concedere maggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico. Ecco sono tutte operazioni che si possono fare in questo ambito. Legare contributi e prestazioni, questo è il vero problema di fondo».
L’analisi di Boeri è tanto schietta quanto sarcastica e va a rimarcare una situazione di profonda disparità tra la gente comune, costretta a stringere la cinghia mese dopo mese, e la classe dirigente che sembra non essere toccata dal grave momento di crisi economica che imperversa.
Nel proprio rendiconto, il Presidente dell’Ente Previdenziale ha sottolineato che a destare maggiore preoccupazione sono i conti dello Stato Italiano e non i conti dell’INPS.
Inoltre, a gravare sulla situazione economica dell’Istituto sono state anche le truffe messe in atto tramite il sistema dei falsi lavoratori: Boeri ha asserito che nel solo 2015 sono state scoperte 30mila posizioni di questo genere – «Viene fuori una cifra di 150 milioni di prestazioni che noi avremmo erogato indebitamente, quindi sprecando delle risorse pubbliche».
Con il nuovo sistema di vigilanza le truffe vengono «scoperte in tempo reale» evitando di erogare risorse ai truffatori di professione, è stato così messo in atto un sistema di controllo che prima dell’arrivo di Boeri «non veniva fatto in modo sistematico».
Nella medesima puntata è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, il quale si è espresso sugli effetti dell’anticipo pensionistico (APE), facendo alcuni esempi pratici:
«Per un lavoratore che avrebbe diritto a mille euro di pensione un anno d’anticipo gli costerà una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni, mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 a 200 euro al mese. Il prestito sarà erogato da una banca che poi lo girerà all’Inps».
Il sottosegretario prosegue spiegando che «Coinvolgere il sistema bancario è stata l’unica strada percorribile» poiché intraprendere altri percorsi avrebbe comportato per lo Stato un esborso da 7 a 10 miliardi di Euro.
Nannicini ha precisato che l’APE è valida per tutti i lavoratori:
«L’anticipo pensionistico è per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale. Quindi vale per gli autonomi, per le partite Iva della gestione separata, vale per artigiani, commercianti».
Ha altresì dato conferma che nella nuova manovra finanziaria ci saranno altri provvedimenti:
«Ci sarà un intervento anche sui redditi da pensione. In particolare sui redditi da pensioni basse. Parliamo dei redditi da pensione sotto i mille euro. Ci sarà un aiuto agganciandosi prevedibilmente all’istituto della 14esima, ci sarà un bonus che è legato ai contributi versati, si arriva fino a 400 euro».
Nonostante la ventata di novità portata dall’APE, il sottosegretario ha bocciato in toto la proposta di Boeri riguardo ai prelievi dalle pensioni molto più alte rispetto ai contributi versati, in quanto:
«Questo tipo di ricalcoli non sono semplicissimi, richiedono molte ipotesi e molti dati. E devi stare molto attento perché non si riesce a fare con il bisturi del chirurgo questa distinzione un pò intellettualistica. Rischi di fare danni. Rischi davvero di tagliare pensioni alte ma meritate, oppure di toccare pensioni che sono generose rispetto ai contributi versati ma sono basse».
È stata così rigettata una proposta totalmente innovativa, che rispecchia in pieno quanto sancito dall’articolo 3 della Costituzione, ovvero la pari dignità sociale e l’eguaglianza dinanzi alla legge, senza distinzione alcuna. Il citato articolo al secondo comma sottolinea che sia “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]”. La realtà dei fatti, però, è totalmente opposta e sono proprio coloro che dovrebbero tutelare i cittadini a non avere cura di loro, avendo invece cura dei propri guadagni.
Galileo Frustaci