Castel Volturno ―Parte da Castel Volturno, nel casertano, il corteo contro il razzismo, che ha suscitato non poche polemiche tra le diverse parti politiche. Questa volta sono proprio gli immigrati a scendere in strada. I protagonisti di questa manifestazione, infatti, non temono di far sentire la propria voce e di gridare il proprio disagio. Il piccolo paese casertano non è nuovo a tali manifestazioni, si ricordi il corteo in seguito alla strage di Castel Volturno. La presenza di immigrati in questa zona è numerosa, e in un paese di provincia in cui la comunità africana è in crescita ma non è ancora integrata, la tensione è alta. C’è ancora emarginazione, diffidenza e razzismo da combattere. Il corteo “Stop razzismo”, tenutosi sabato 18 ottobre, ha fatto discutere. Il segnale è stato forte; e così un paesino come Castel Volturno scende in campo per trattare una tematica di rilevanza nazionale, sfidando i politici a considerare il problema. Al termine del corteo, gli organizzatori hanno annunciato un «piano straordinario» del Viminale per consentire l’emersione di circa 1000 immigrati irregolari che vivono da anni nella zona di Castel Volturno. È una dichiarazione che ha fatto rizzare i capelli a Salvini, che ha organizzato prontamente, in perfetta concomitanza con il corteo di Castel Volturno, una manifestazione per dire basta all’immigrazione clandestina. L’idea che il Viminale sia vicino agli immigrati al portavoce della Lega proprio non va giù. Salvini dichiara una serie di dati fallaci per contrastare questa tendenza. Ma questi dati non corrisponderebbero alla realtà. Mimma D’Amico, responsabile e portavoce dell’ex Canapificio Centro sociale di Caserta, precisa che Salvini dà informazioni erronee circa i dati di clandestinità. Secondo il portavoce delle Lega, solo il 10% delle 40754 richieste di asilo presentate nell’ultimo anno sono state accettate, mentre il restante è clandestina. Non è così. I restanti migranti, circa 38mila, non sono tutti clandestini, poiché gran parte ha ricevuto altre forme di riconoscimento internazionale, come la protezione sussidiaria e la protezione umanitaria. Insomma è un’immigrazione ben regolamentata, non clandestina come Salvini afferma. Gli immigrati che hanno preso parte al corteo, circa 8mila, hanno esibito slogan con messaggi mirati e precisi: “Stop razzismo”, “Stop ignoranza”, “Stop pregiudizi”. L’organizzazione del corteo è stata gestita, infatti, dal Movimento dei Migranti e Rifugiati, tra le più attive della zona che da anni prova a dar voce agli immigrati. Non sono però mancati momenti di tensione. Prima del corteo, l’ex candidato sindaco Cesare Diana di FI ha subìto un’intimidazione ad opera di tre persone di colore non ancora identificate, probabilmente per fermare il contro-corteo organizzato nel pomeriggio di Sabato e che si è poi tenuto alle ore 18.00. Nonostante la questione sia spinosa e riguardi Castel Volturno come l’Italia tutta, la politica ha guardato da lontano questo evento. Mariarita Cardillo, del Centro sociale ex Canapificio, come riportato dal Corriere Del Mezzogiorno, ha così commentato la mancata partecipazione degli esponenti politici: «Auspicavamo che la politica nazionale desse un segnale più forte. Non abbiamo sentito nessuna parola di contrapposizione alla manifestazione della Lega a Milano. Solo pochi esponenti del Pd locale si sono esposti e lo apprezziamo. Ma serve una presa di posizione della politica nazionale».
La manifestazione “Stop razzismo” ha voluto dare rilevanza nazionale ad un problema che è molto sentito a Castel Volturno, e che si fa portavoce di un disagio che coinvolge migliaia di immigrati in tutta Italia e che condiziona, inevitabilmente, la vita di molti italiani. La messa in discussione della legge Bossi-Fini è un atto necessario che la comunità africana di Castel Volturno chiede di revisionare al più presto, auspicando ad un miglioramento delle condizioni degli immigrati in ambito dei diritti civili.
Agnese Cavallo