Sono rumori pesanti e dolorosi quelli dei cinque spari avvertiti ieri notte a Quindici, provincia di Avellino, contro il Maglificio 100QuindiciPassi ovvero l’ ex Villa Alta Chiara, la residenza dei boss Antonio e Adriano Graziano. I colpi, secondo i primi rilievi, sono stati esplosi da un fucile contro il cancello di ferro esterno.
Il locale, sito in via De Filippo, è il primo bene confiscato alla camorra nella provincia di Avellino che è stato riconvertito in un opificio per produrre maglieria artigianale. Gli spari sono arrivati un giorno prima dell’inaugurazione che, come programmato, si terrà ugualmente domani, 21 Ottobre, alle ore 16.30 e dove presenzierà don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell’associazione Libera, impegnata da vent’anni nella lotta alle mafie, insieme al prefetto Carlo Sessa e ai rappresentati delle istituzioni regionali.
Il progetto, sostenuto da Fondazione Con Il Sud e promosso dalla cooperativa sociale Oasiproject la quale è aderente a Confcooperative Avellino e fa parte della rete di Federsolidarietà Confcooperative Campania, è stato realizzato per dare un segnale forte in un territorio, come quello di Quindici, lacerato da anni dalla lotta tra i clan Graziano e Cava.
L’obiettivo che fin dagli albori si voleva raggiungere, come si legge nel comunicato dell’associazione Libera, era quello di “dar vita ad un nuovo modello di economia alternativa a quella criminale mettendo in rete aziende e imprese sociali“. Dopo tanto impegno da parte di associazioni e cittadini, finalmente l’intenzione di creare qualcosa di grande e positivo ha preso piede, diventando un progetto concreto che ha già dato lavoro a sette persone.
Proprio per questo motivo, dopo la diffusione della notizia, arriva repentina la dichiarazione di Maria Patrizia Stasi, presidente di Confcooperative Campania: “È inaccettabile. A meno di ventiquattro ore dall’inaugurazione di un progetto importante come il Maglificio 100QuindiciPassi, ecco che la malavita imbraccia le armi e spara. Spara per sopraffare e tenere a bada chi agisce nella legalità, chi investe sul lavoro, chi crede nell’ integrazione delle persone e nella crescita dei territori. Condanniamo il gesto senza se e senza ma. Un gesto che ci deve indignare, preoccupare e far scegliere da che parte stare. Ai nostri cooperatori dico: non arrendiamoci, e non pensiamo mai di essere dalla parte sbagliata. Le istituzioni e le comunità hanno il dovere di intervenire, di proteggere chi investe per il bene comune e per lo sviluppo dell’economia locale e regionale. Siamo vicini alla nostra cooperativa e a quanti si stanno impegnano per la legalità e l’occupazione”.
I cinque spari, fortunatamente, non hanno provocato danni pesanti alla struttura che continua ad essere pronta per l’inaugurazione di domani. Quando entrano in gioco determinazione e voglia di riscatto da parte di una comunità pronta a riappropriarsi dei propri spazi, non sono più le intimidazioni che fermano la voglia di rialzarsi dal fango della criminalità organizzata.
Alessandra Vardaro