Al Partenio di Avellino il tempo si ferma per tutti al minuto 96, quando il pallone decisivo si stacca dal piede di Minala e i cronometri si cristallizzano intorno agli interminabili attimi che precedono l’esito finale. Poi l’impatto col palo, la palla che dolcemente entra nella porta difesa da Radu, l’esplosione di gioia del settore ospiti e la cupa disperazione che piomba sul resto dello stadio. La Salernitana ha fatto l’impresa, il derby è suo al minuto 96 dopo essere risalita dall’inferno del 2-0.
È un qualcosa che da ambo le parti, seppur con stati d’animo decisamente differenti, sarà impossibile da dimenticare, una data che resterà impressa nelle memorie collettive delle due tifoserie per moltissimi anni. Partite come queste si scolpiscono nella storia lasciando un ricordo indelebile e duraturo. Per i tifosi della Salernitana non poteva esistere una maniera migliore per tornare a vincere in terra avellinese, mentre gli Irpini non avrebbero mai immaginato qualcosa del genere nemmeno nel peggiore dei loro incubi. A poco servono le flebili giustificazioni addotte per sminuire la tragedia sportiva che stanno vivendo: da “il nostro derby è con il Napoli” a “è una partita evidentemente venduta”, quel che è apparso agli occhi di tutti in questa settimana è che la ferita inferta al lupo è di quelle che non si rimargineranno mai del tutto. Basta infatti un rapido giro sui social o sui giornali di Avellino e dintorni per rendersi conto di quanto siano profondi il dramma e la delusione che sta attraversando un intero popolo.
Anche da un punto di vista strettamente sportivo Avellino-Salernitana è una di quelle partite che spaccano in due una stagione. I Granata, come da noi sottolineato nei precedenti articoli, erano alla ricerca di una maturità e di una identità finora non ancora trovate e che una partita del genere potrebbe contribuire a dare. Di certo i ragazzi di Bollini hanno mostrato ancora una volta di più di essere non solo gruppo ma gruppo di gran carattere ed adesso devono andare alla ricerca della cosa più complessa e difficile da trovare: la continuità.
Con un ambiente comprensibilmente carico a mille e strabordante di entusiasmo ed una squadra forse finalmente sbloccatasi l’occasione che si presenta alla Salernitana è di quelle davvero ghiotte. Sabato all’Arechi arriva il fortissimo Frosinone di Ciano, Dionisi e Ciofani che, pur se in crisi di risultati, rimane una delle principali candidate al salto diretto di categoria. Batterlo significherebbe dare una svolta forse decisiva verso un campionato di vertice. Non sarà di certo facile. Tra le fila Granata mancheranno due dei tre eroi del derby: Rodriguez, che da “purpo” e “bomber di Riccione” è diventato simbolo della grinta di questo gruppo, e Joseph Minala il protagonista assoluto dell’impresa appena compiuta. Il terzo moschettiere, Mattia Sprocati, sarà chiamato al ruolo di trascinatore e di leader tecnico di un gruppo che ha voglia di spiccare il volo, l’ex Pro Vercelli e Perugia ha dimostrato di avere dei colpi importantissimi per la categoria e negli occhi dei tifosi restano bene impressi i cinque difensori avellinesi vanamente protesi al suo inseguimento nell’azione del 2-2.
L’ulteriore impresa compiuta dalla Salernitana è stata quella di regalare alla parte sana della tifoseria una settimana di totale silenzio social: zittite ed incapaci di trovare spunti polemici le solite webstar hanno dovuto, purtroppo per loro, segnare il passo. Persino le consuete e tradizionali video lezioni tattiche questa settimana non hanno avuto luogo. Zittiti, per fortuna, anche tutti quelli che intorno al minuto 70 invocavano a gran voce l’esonero di Alberto Bollini.
La testa di tutti adesso, benchè ancora piena dell’incredibile gioia appena provata, deve centrarsi sulla sfida al Frosinone, tra 24 ore la Salernitana dovrà fornire risposte importanti. Sperando che possa regalare alla città una settimana come quella appena vissuta.
Flavio Giordano