La discussione generale sulla riforma elettorale inizierà ufficialmente  mercoledì 7 gennaio, alle ore 16. E’ questa la decisione che ha preso il Senato dopo l’approvazione della Legge di Stabilità. Infatti, dopo il consenso ai documenti di bilancio, la conferenza dei capigruppo si è riunita per stabilire l’incardinamento dell’Italicum. La decisione finale, però, a causa della mancata unanimità, è stata posta ai voti dei senatori,che hanno avuto tutti, per regolamento, diritto di parola. A tal proposito, sia dal M5S, che da SEL e Lega sono stati indicati calendari alternativi, anche se, alla fine, è prevalso comunque quello fissato in conferenza. Tuttavia, a causa delle lunghe discussioni per l’approvazione della Legge di Stabilità, la presidente della Commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro (PD), ha riferito all’Aula che i lavori della commissione non sono stati ancora ultimati.

La calendarizzazione dell’Italicum, secondo fonti vicine agli ambienti parlamentari, avrebbe spaccato i senatori di NCD, i quali sembrano essersi confrontati in un’accesa discussione, terminata con la decisione di circa una ventina di loro a non partecipare al voto sul calendario dei lavori dell’assemblea (tra cui la riforma della legge elettorale) e con la perdita del senatore Antonio Caridi, che ha lasciato il gruppo per passare a GAL (Grandi Autonomie e Libertà). La linea concordata inizialmente del partito sarebbe stata quella di evitare rapide forzature, chiedendo al premier Renzi di incardinare la legge elettorale dopo le feste. Da ciò si intuisce, dunque, lo spiazzamento che ha colpito una parte del partito. Inoltre, tra gli altri senatori contrari all’incardinamento ci sarebbero anche Lancella, Viceconte, Esposito, Pagano, Torrisi, Aiello, Bilardi, Gentile, Colucci, Giovanardi e Bonaiuti.

Nel frattempo, all’assemblea nazionale del partito, il leader di SEL, Nichi Vendola, ne ha approfittato per palesare il suo totale dissenso alla riforma: “La strada dell’Italicum – dice – è parente stretta del Porcellum, e per quel che ci riguarda è un vicolo cieco”.

Andrea Palumbo

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