Oggi 21 Maggio presso il Tribunale di Nola in Campania, si è pronunciata in udienza la sentenza di 5 licenziati politici dalla Fiat. Proprio davanti ai cancelli del Tribunale, Comitato Cassintegrati e Licenziati Fiat con Sì Cobas e il supporto di alcuni movimenti sociali, hanno mantenuto alta l’attenzione sui licenziamenti con un presidio terminato nel primo pomeriggio.

Mimmo Mignano, del Comitato Cassintegrati e Licenziati Fiat, che la scorsa settimana ha portato avanti la protesta di occupazione di una gru nel cantiere della metropolitana di Piazza Municipio contro il Governo Renzi, oggi ha voluto dichiarare a Libero Pensiero: “Da anni ci mobilitiamo contro il piano Marchionne e siamo stati buttati fuori dalla Fiat. Abbiamo accerchiato l’azienda grazie alla solidarietà che ci hanno espresso i movimenti sociali, disoccupati, studenti, precari, dopo che in un anno ci sono stati ben 3 suicidi.”

Una situazione delicata quella degli operai che richiedono il reintegro immediato, e che tra l’altro, attendono questa sentenza da quasi un anno, chiedendo nient’altro che vedere applicata la legge. In questo caso, la legge Fornero prevedrebbe una sentenza compresa nei tempi di 40 giorni dal licenziamento.

“Noi riteniamo che il tribunale di Nola sia in parte sotto copertura della Fiat” e ciò potrebbe dimostrarlo il fatto che oggi, in un Tribunale italiano, non sono state rispettate tutte le regole, anche come dichiarato dall’avvocato dei licenziati. Infatti il Giudice ha deciso di escludere dall’aula tutti i familiari dei licenziati, i presenti che volevano supportare questa data causa, lasciando posto ad agenti e forze dell’ordine e svolgendo degli interrogatori con una decina di avvocati per la Fiat e uno solo, Marziale, per gli operai. Ma Mimmo ribadisce che “non si deve additare la colpa alla magistratura, serve semplicemente rispettare la legge” e continua affermando che “inoltre è assurdo come si voglia mettere fine al diritto allo sciopero, con delle maggioranze decise completamente dai dirigenti della FIAT che potranno proclamare legittima o illegittima una protesta. Questa è una dittatura e non una democrazia!”

Anche Vittorio Zuccherino ci racconta di come sia stata “calcolata” la chiusura della FIAT a Pomigliano D’Arco, dove esistono molteplici capannoni dismessi e abbandonati, per cui non c’era la necessità di trasferire i lavoratori al Polo Logistico di Nola, pagando un affitto mensile di 30mila euro, e portando dei risultati anche meno efficienti.

Secondo la legge la sentenza potrà essere pubblica tra una decina di giorni, e nel frattempo Mimmo Mignano ci svela di una lettera mandata a Renzi, il Presidente del Consiglio, in cui gli fa richiesta esplicita di “dialogare non con i poteri forti, ma con gli sfruttati e con coloro che non vedono un futuro.” Continua: “Oggi molte persone hanno deciso di alzare la testa e mobilitarsi, per lottare e avere garantito il diritto del lavoro. Io sono sceso dalla gru ma non ho smesso di aspettare Matteo Renzi. Questo Governo noi lo vogliamo cambiare e vogliamo che in cima a tutti i diritti ci sia quello di avere ancora una dignità”.

Oggi Libero Pensiero News era presente al presidio fuori al Tribunale di Nola per la sentenza dei 5 licenziati politici della #Fiat, tra cui Mimmo Mignano, del Comitato Cassintegrati e Licenziati Fiat, che la scorsa settimana ha occupato una gru come atto di #protesta contro il #Governo #Renzi…

Posted by Libero Pensiero News on Giovedì 21 maggio 2015

Alessandra Mincone

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