Stamattina la Forestale di Napoli, insospettita da strani movimenti di mezzi meccanici a Casalnuovo (in provincia di Napoli), ha scoperto l’esistenza di una discarica abusiva con rifiuti “tombati” fino al sottosuolo: buche tanto profonde da raggiungere la falda acquifera.
Secondo i primi rilevamenti dell’ARPAC la discarica sequestrata è «ampia circa 3.000 metri quadri e contenente 7.000 metri cubi di materiali», sequestrati inoltre 2 autocarri e un escavatore – ancora in funzione al momento del blitz.
Un sistema di smaltimento illecito di rifiuti provenienti da cantieri di demolizione, interrati e occultati da uno strato superficiale di terreno vegetale. L’ennesimo crimine contro l’umanità, l’ennesima lancia che trafigge una terra ormai moribonda.
Ciò che desta maggiore preoccupazione è l’inquinamento della falda idrica, contaminata da materiali tossici, che da anni è strumentale all’irrigamento dei campi circostanti.
Ancora incerto è da quanto tempo il sistema d’interramento va avanti: l’unico dato certo è quello dell’Istituto Superiore della Sanità, il quale afferma che «l’incidenza dei tumori nei territori campani è superiore all’11% rispetto alla media».
La Campania è la terra delle “responsabilità delegate”, in cui dinanzi al problema si preferisce agire parzialmente o non agire con l’ostruzionismo, innescando un cortocircuito. Un passato intriso di speculazioni e favoritismi difficilmente può essere occultato senza lasciare tracce; il tempo rigetta sempre i carnefici sul banco degli imputati, così come la giuria è sempre doppia: opinione pubblica e opinione giudiziaria.
Di cicatrici indelebili la zona casertana e napoletana ne è colma: altro recente sequestro ha come oggetto una discarica abusiva di 30.000 mq sita nel Comune di Pollena Trocchia, adibita a stoccaggio di rifiuti speciali.
Ad ogni comune la propria discarica, una critica assegnazione divenuta la normalità.
Tra allarmi rossi per roghi, scoperte di discariche abusive e roghi nelle discariche, tra politici che accusano di “falso allarmismo” gli attivisti impegnati nella denuncia di tali disastri (sopperendo al lavoro della pubblica amministrazione), il Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca afferma:
«Arrivati a questo punto è lecito considerare non solo una evidente azione criminale, ma quasi un disegno eversivo. Noi continueremo la nostra azione per ripulire l’ambiente contro ogni interesse illecito e criminale».
L’indignazione popolare s’infervora dinanzi alle promesse di ripulitura dell’ambiente da parte di chi ha perso di credibilità a causa dei propri tascorsi, s’infervora dinanzi alle bonifiche rinviate, dinanzi ad una giustizia troppo lenta e classista. Sebbene qualcuno preferisca le auto-assoluzioni per il popolo sono ancora tutti coinvolti.
Melissa Aleida