I quattro quesiti referendari proposti a Sant’Antimo, appoggiati da Agorà nelle figure di Giovanni Buonanno e Giuseppe Italia, la lista civica di Luigi Vergara nella figura di Ferdinando Pedata, Adriana Palladino (UdC) e Sant’Antimo in Movimento nella figura di Franco Gargiulo, stanno entrando nel vivo.

I quesiti proposti sono quattro, di cui tre consultivi ed uno abrogativo. Quest’ultimo riguarda il progetto “Jessica”, ossia la possibilità di ricevere un prestito agevolato con un tasso di interesse dello 0,5% all’anno per venti anni,  che il Comune di Sant’Antimo ha sfruttato per ottenere 3 milioni e mezzo di euro di prestito. Fondi che fino all’anno scorso erano destinati alla ricostruzione di un teatro caduto in disuso, mentre oggi una delibera comunale ne propone l’impiego per costruire un parcheggio sotterraneo all’inizio di Via Roma, la strada principale della città. Il segretario di Agorà junior, Giovanni Buonanno, dichiara:

“Abbiamo partorito il quesito perché, secondo i nostri calcoli, occorrerebbero 15 anni di impiego a pieno regime per rientrare rispetto all’investimento e proposto l’affidamento di questo parcheggio ancora da costruire ad un privato senza ricevere riscontri ed è sintomo di quanto l’investimento sia antieconomico. Inoltre, non capiamo la necessità del progetto in sé, visto che il parcheggio oggi esistente è utilizzato circa due volte a settimana in tutta la sua capacità”

Il referendum, se approvato e votato dalla maggioranza dei cittadini, abrogherebbe la delibera comunale che inserisce “Jessica” nel piano triennale delle opere pubbliche.

I quesiti consultivi, invece, riguardano uno il ripristino del servizio navetta, un altro il bosco di Capezza e l’ultimo la presenza di un ruolo pubblico nei servizi cimiteriali.

Il primo è stato concepito dopo l’abolizione del servizio navetta urbano che trasportava i cittadini fino alla stazione di Sant’Antimo. Il secondo, invece, riguarda l’espropriazione del bosco di Capezza per fini di pubblica utilità dacché l’area verde più grande del paese ha raggiunto la sua minima estensione storica e rischia di sparire, privando i Santantimesi del più grande polmone verde cittadino. L’ultimo quesito riguarda i servizi cimiteriali pubblici, anche se poco dopo la stesura dei quesiti il Comune ha esternalizzato, oltre ai servizi già privati come le luci elettriche, anche il processo di tumulazione dei defunti ad un’azienda privata.

Il sindaco, evitando lungaggini e cavilli burocratici, ha immediatamente nominato il dirigente comunale incaricato di comporre la Commissione di Garanzia, assieme a due esperti in materie giuridiche (avvocato o docente di diritto): uno proposto dalla maggioranza ed uno della minoranza, che siano esterni al Consiglio Comunale e non abbiano avuto rapporti con il Comune negli ultimi cinque anni. Il Consiglio voterà in maniera favorevole o contraria i nomi proposti.

Entro sessanta giorni la Commissione di Garanzia dovrà pronunciarsi sulla fattibilità o meno dei referendum, valutando la validità dei quesiti uno ad uno.

Dopo le valutazioni dei giuristi, i regolamenti comunali stabiliscono un termine entro cui raccogliere le firme ed in merito il sindaco, Francesco Piemonte, dichiara “È prematuro parlare oggi dell’argomento perché non c’è ancora la nomina della Commissione di Garanzia. Ad ogni modo ritengo tutti i referendum validi fino a prova contraria. Una volta che si saranno espressi gli esperti di diritto, lo step successivo sarrebbe la raccolta firme ed in quel momento capiremo davvero se il referendum si terrà o meno”.

Buonanno conclude “Una volta vagliati i testi, la Commissione avviserà il Presidente del Consiglio Comunale, il quale convocherà i consiglieri e selezioneranno una data per lo svolgimento delle votazioni. Le date disponibili sono quelle del periodo Marzo-Maggio e Settembre-Dicembre, però la scelta dovrebbe ricadere su Giugno oppure Settembre”.

E su questo punto si esprime anche il sindaco Piemonte, il quale afferma:

“Bisogna anche tenere conto del costo dell’eventuale voto perché, in tempi di spending review così forte, la spesa minima per l’allestimento dei seggi sarà di almeno 80.000 euro, che ovviamente saranno sostenuti interamente dalle casse comunali in quanto si tratta di un referendum comunale e non nazionale. Questa è sicuramente una cifra importante per enti come il nostro”.

Ferdinando Paciolla

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