«Abbiamo pagato l’occupazione di suolo pubblico fino a dicembre 2014, ma nonostante questo non possiamo lavorare.»
Queste sono le parole di Giovanni al Roma, uno dei mercatali che stamattina si è scontrato con le forze dell’ordine a Piazza Leone a causa dell’ordine di immediato sgombero dell’area. Gli operatori commerciali, infatti, erano stati spostati con ordinanza sindacale dalla piazza a ridosso di Porta Capuana per motivi di ordine pubblico e, trasferiti a Poggioreale in quella che viene definita zona Connolo, sono stati nuovamente costretti a cercare una collocazione poichè la protezione civile ha dichiarato inagibile per la presenza di amianto la struttura che il Comune aveva loro assegnato. Per questo motivo, ieri mattina, i mercatali sono tornati a Piazza Leone. La mobilitazione ha scatenato l’intervento delle forze dell’ordine: sul posto si sono presentati circa cinquanta agenti della polizia municipale, due cellulari della polizia di Stato e due volanti dei carabinieri.
Dopo lo sgombero degli stabili, per circa mezz’ora gli operatori commerciali hanno occupato il quadrivio che collega via Cesare Rosaroll, Porta Capuana, corso Garibaldi e via Poerio, e non hanno accettato di andarsene fin quando a Palazzo San Giacomo non fossero iniziate le trattative per risolvere il problema e dar loro una sistemazione definitiva (cosa che il buon senso avrebbe dovuto suggerire prima ancora di sgomberare gli stabili, permettendo a chi paga le tasse di esercitare il proprio mestiere).
«Siamo tornati a Piazza Leone solo per poter lavorare – continua Giovanni – e ci siamo trovati addosso quasi 150 agenti tra polizia, carabinieri e polizia municipale, manco fossimo terroristi. Per noi questa cosa è drammatica, abbiamo famiglie da mantenere e, se non vendiamo, non mangiamo. Poi al nostro posto si stanno allargando sempre di più i mercatini di roba presa dalla spazzatura dai Rom che, allo stato attuale, hanno più tutele di quante ne abbiamo noi che paghiamo l’occupazione di suolo pubblico. Noi vogliamo difendere la nostra piazza e il nostro lavoro, ma non c’è nessuno che difende noi. Al di fuori di quest’area non c’è nessuno spazio capace di ospitare 150 stalli e noi protesteremo a oltranza fin quando il Comune non risolverà il problema della ricollocazione degli stalli di questo mercato.»
Camilla Ruffo