Carmelo Barbagallo è stato eletto all’unanimità segretario nazionale della UIL durante il XVI Congresso nazionale, tenutosi in Roma. L’ex segretario aggiunto succede alla guida della confederazione a Luigi Angeletti, in carica dal 13 giugno 2000.

67enne di Termini Imerese, in provincia di Palermo, Carmelo Barbagallo è entrato nella segreteria nel 2000, ricevendo da Angeletti la delega all’organizzazione: è lui la mente dietro alla riforma organizzativa della UIL del 2012. Barbagallo, che ha vissuto sulla propria pelle il lavoro minorile, il lavoro nero e l’apprendistato, ha avviato la carriera sindacale nello stabilimento FIAT della propria città natale, arrivando ad essere il vertice della UIL siciliana; in quel periodo, nel 1998, è stato oggetto di attenzione della mafia, con minacce ed atti intimidatori.

Prima dell’elezione, rispondendo all’accusa di Matteo Renzi, Barbagallo aveva detto: “Presidente ci stupisca: si inventi una scusa per farci evitare lo sciopero. Aspetterò fino all’ultimo momento che il Governo proponga un tavolo per dare risposta ai problemi che poniamo, altrimenti noi lo sciopero lo faremo, per i lavoratori e i pensionati di questo Paese. Noi siamo disponibili alle riforme del lavoro, ma dobbiamo vedere insieme gli interessi dei lavoratori e delle imprese: caro presidente, se pensa che noi staremo qui ad obbedire questo non accadrà mai, qui dentro c’è gente che ha votato per voi”.

Chiudendo il Congresso, Barbagallo ha parlato anche dei rapporti con gli altri sindacali: la retromarcia rispetto ai giorni scorsi appare evidente. Evitiamo di dire che ci sposiamo con qualcuno, noi avremmo preferito andare da soli ma i tempi non ci davano le condizioni per poterlo fare. Abbiamo tentato di convincere la CISL fino all’ultimo. Siamo coerenti. Ma se volete evitare i matrimoni bisogna che ci attrezziamo a fare iniziative da soli e fare assemblee in tutti i territori portando avanti fiammelle per rilanciare la nostra azione”. Barbagallo prosegue citando le battaglie sindacali condotte insieme alla CISL, come ricordato da Annamaria Furlan: “Mi auguro potremo farne altre assieme: il segnale che mi viene dagli edili mi fa sperare. Ci può essere non un matrimonio ma la condivisione di obiettivi con chi ci sta. Perseguiremo sempre l’unità sindacale. Ogni mattina mi alzo, mi guardo allo specchio e dico: sono unitario. Sono nato unitario nella FLM”. Parole che appaiono contraddittorie, se prima si dice che si sarebbe preferita un’azione in singolo; viene spontaneo domandarsi quanto sia stata sincera la richiesta presentata alla CGIL.

Proprio rispetto ad una componente della CGIL Barbagallo prende le distanze: La FIOM deve sapere che la sua idea di sindacato in questo Paese non la condividiamo e non la condivideremo mai, ha dichiarato, pensando anche alle “azioni di violenza verso i nostri delegati”.
Aggiunge ancora: “La CGIL la trovo un po’ imbarazzata, verificheremo; io non firmerò mai un accordo che non risponde agli interessi che rappresentiamo”. Barbagallo ha poi riferito di aver chiesto a CGIL e CISL di concordare una data diversa per lo sciopero generale e di aver spiegato alla CISL che non ci si poteva permettere “mediazione a ribasso: ci ha portato a tre ore di sciopero (durante le trattative con la Fornero, ndr) e non è servito a niente”.
Barbagallo ha ribadito che lo sciopero generale indetto con la CGIL per il 12 dicembre non è di tipo politico e può essere revocato se il Governo farà un cambio di rotta nella legge di stabilità e nella delega sul lavoro: “Abbiamo detto ieri al governo che mancano 21 giorni allo sciopero. Fino all’ultimo momento aspetterò che il governo ci proponga un tavolo per trovare soluzione ai problemi posti. Altrimenti smetta di dire che facciamo scioperi politici, noi li facciamo per i diritti di lavoratori e pensionati”.

Simone Moricca

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