Napoli – Ad una settimana dal corteo del 13 novembre, di cui protagonisti sono stati i violenti scontri tra polizia e studenti in Piazza Trieste e Trento ( quando due manifestanti furono manganellati pesantemente dalla polizia e mandati in ospedale ), gli studenti decidono di mobilitarsi nuovamente: un nuovo corteo ha sfilato ieri mattina per le strade del quartiere Vomero.

Come ci dice un ragazzo appartenente al collettivo S.A.C ( studenti autorganizzati campani), i motivi che hanno spinto gli studenti a tornare per le strade, in corteo, sono stati due: uno legato appunto alle cariche subite dalla polizia nel corteo di venerdì scorso, percepite come un vero e proprio tentativo di repressione; mentre questa volta invece, nonostante un compatto schieramento della Celere sia in testa al corteo sia alla coda, questo è proceduto senza alcuno scontro. E l’altro legato alla violenza di pochi giorni fa nei confronti di Asia, una giovanissima studentessa di 17 anni.

Questa ragazza infatti, mentre stava tornando a casa, è stata bloccata da un uomo sulla quarantina il quale, accompagnato da altri individui, l’ha molestata e ferita puntandole un coltello alla gola. Gli aggressori pare siano stati riconosciuti come appartenenti ad un movimento politico di estrema destra. Tutto ciò è avvenuto a via Caldieri, nel cuore del quartiere Vomero e per questo la decisione di portare il corteo tra le strade del suddetto quartiere.

Gli studenti, tutti, si sono sentiti toccati in prima persona dalla violenza subita dalla loro compagna e ieri mattina con il corteo hanno risposto all’aggressione: hanno ribadito che il quartiere, e la città in generale, appartengono a tutti i cittadini a prescindere da quali siano le personali posizioni politiche, appartiene agli studenti ed ai bambini ed  è quindi inammissibile che non ci si possa più sentire sicuri per le strade.

Infatti la grande rabbia per questa aggressione nasce sia dalla forte matrice sessista, ma anche per lo scopo intimidatorio verso un movimento politico opposto: la ragazza in questione, vittima della violenza, è un’attivista di sinistra appartenente al collettivo SAC.

Inoltre, anche se in pochi, tra i manifestanti c’era anche qualche insegnante; durante il corteo una docente ha preso la parola affermando : “Non sarei mai riuscita ad esimermi dal prendere parte al corteo e sono molto rammaricata dal fatto che i docenti abbiano così tanta paura o, peggio ancora, non abbiano voglia di prendere parte insieme ai loro studenti alla lotta che accomuna gli interessi di tutti”.

L’obbiettivo del corteo era ribadire la repulsione e l’opposizione degli studenti verso qualsiasi tipo di violenza, verso qualsiasi tipo di discriminazione razzista e sessista.

Ginevra Ciccarelli 

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