Il maxiemendamento alla Legge di Stabilità, approvato quasi all’alba di sabato, dopo un lungo iter al Senato, contiene una serie di misure rivolte soprattutto alle famiglie italiane.

Scongiurato il pericolo di un aumento del tetto al 6 per mille per la Tasi e l’Imu (rispetto all’attuale 2,5 per mille che vale per la Tasi sulla prima casa), il governo si è impegnato per il 2015 a lavorare su un’imposta unica che inglobi entrambe ma, nel frattempo, continueranno a valere le attuali aliquote vigenti.

Sempre in materia di casa, vi sono importanti novità per chi ha deciso di fare dei lavori di manutenzione: confermato il credito d’imposta per i lavori di recupero abitativo e di efficienza energetica con detrazione rispettivamente del 50% e del 65% (quest’ultima vale anche per i lavori di prevenzione antisismica).

All’ormai famoso bonus degli 80 euro (non concorrente alla formazione di reddito), il quale viene confermato per i lavoratori dipendenti con un reddito non superiore ai 24 mila euro ma che non è stato esteso ai pensionati e ai lavoratori autonomi, si aggiungono il Bonus bebe’, ossia l’assegno da 960 annui euro concesso per ogni nuovo figlio nato o adottato dal 2015 al 2017, concesso se l’Isee familiare non supera i 25 mila euro, e i buoni acquisto da mille euro per le mamme con quattro figli a carico e con un reddito che non supera gli 8.500 euro.

Inclusa la possibilità per i lavoratori del settore privato di richiedere un anticipo delle quote del TFR che saranno sottoposte a tassazione ordinaria e non straordinaria. Si tratta di un tentativo del governo di aumentare la liquidità nelle tasche degli italiani. Resta, invece, immutato, l’aumento sui fondi pensione che passa dall’attuale 11,5% al 20% con l’introduzione del credito d’imposta del 9% per quei fondi che saranno spesi in investimenti infrastrutturali. Una misura che dovrebbe compensare l’aumento della tassazione ma, con le risorse limitate, ciò desta preoccupazione tra le associazioni dei fondi pensione.

Daniele Colantuono

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