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Frida e Diego: quando l’amore incontra l’arte

“La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio. La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo, riconoscere il tuo viso e accarezzarlo. La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. […] Il mio corpo ha bisogno di te, spesso mi hai quasi guarita. La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. La mia notte mi brucia d’amore.”

Frida

Queste le struggenti e sublimi parole che la pittrice messicana Frida Kahlo rivolge al suo amato Diego Rivera.

Due temperamenti impetuosi e passionali, veementi e fervidi che si incastrarono come due pezzi perfettamente combacianti fin dal loro primo incontro, in cui Frida, impaziente di mostrare i propri ritratti all’artista più acclamato del Messico, esclamò un “Diego, vieni giù!”, mentre Rivera era intento a dipingere uno dei suoi murales. Fin dal primo istante tra i due artisti arse la passione, nonostante la differenza d’età di ben 22 anni.

Protagonisti di ferventi litigi, molteplici tradimenti da parte di entrambi che, tuttavia, non minavano mai il territorio del loro rapporto, il loro fu un amore dai toni drammatici e tormentati, irruenti e appassionati, che, come un pendolo, oscillava tra le incandescenti fiamme dell’inferno e l’armonia incontrastata del paradiso.

“Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego.”

Cronistoria di questo legame così intenso e così travolgente sono gli innumerevoli dipinti di Frida grazie ai quali la pittrice trasfondeva sulla tela ogni suo stato d’animo. Celebre il quadro “Qualche punzecchiatura”, triste e pungente ritratto della sua anima logorata in seguito al tradimento di Diego con sua sorella Cristina Kahlo. Non a caso, l’opera effigia una donna trafitta da un uomo, proprio come suo marito aveva fatto con lei. A seguito, infatti, i due artisti decisero di separarsi, ma il loro legame, refrattario agli effetti deleteri del tempo, dell’infedeltà, impassibile e illeso, resisteva, tanto che si risposarono solo un anno dopo, nel 1940.

Frida
Qualche punzecchiatura, Frida Kahlo

Nel dipinto “Amore in braccio all’universo, me stessa e Diego”, per la sua impossibilità di avere figli, Frida effigiò se stessa con in braccio Diego, per dimostrare il ruolo di madre protettrice che aveva assunto con il passare del tempo nei confronti del suo uomo/bambino, ispirandosi alla cultura mitologica azteca e messicana, alla quale si rifece in moltissime altre opere.

Frida
Amore in braccio all’universo me stessa e Diego, Frida Kahlo

Disse di lei André Breton:

“La sua arte è come un fiocco legato ad una bomba. I suoi dipinti sono energia pura, esplosione di vitalità.”

Testimonianza incomparabile del sentimento violento e sfrenato che l’artista messicana nutriva per suo marito Diego fu il quadro “Le due Frida”, in cui sono dipinte due immagini della pittrice: quella a destra, tipicamente messicana, che rappresenta la Frida che Diego aveva sposato; quella a sinistra, di stampo prettamente europeo che simboleggia la donna che il pittore messicano aveva abbandonato. Le due figure, di cui è messo in evidenza il cuore, sono legate da una vena e, nonostante le forbici per reciderla, da essa zampilla il sangue, simbolo di una sofferenza ancora imminente.

Frida
Le due Frida, Frida Kahlo

“È lecito inventare verbi nuovi? Voglio regalartene uno: io ti cielo, così che le mie ali possano distendersi smisuratamente, per amarti senza confini.”, scriveva in una delle sue lettere traboccanti d’amore, indirizzate a Diego.

Frida si spegne all’età di 47 anni nel 1954 a causa delle sue condizioni di salute precarie. A seguito della sua morte, Diego affermò:

«Il 13 luglio 1954 è stato il giorno più tragico della mia vita: avevo perso per sempre la mia amata Frida. Ho capito troppo tardi che la parte più bella della mia vita era il mio amore per lei».

Clara Letizia Riccio

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