Stipendi aumentati ai neoassunti al Comune di Napoli, l’opposizione chiede l’intervento della Corte dei Conti.

Può un dirigente comunale, con contratto a tempo determinato in scadenza, firmare un documento nel quale si decide la propria riammissione ad egual carica con aumento dello stipendio a partire dal giorno seguente? Per la legge, sì. Ed è quello che è avvenuto al Comune di Napoli e che ha portato l’opposizione a presentare stamani una missiva alla Corte dei Conti nella quale chiede maggiore chiarezza sulla vicenda.

Lo scorso autunno il Comune ha indetto alcuni bandi che hanno portato all’assunzione di 39 dirigenti comunali a tempo determinato; è opportuno sottolineare però che tutto è avvenuto regolarmente nel rispetto delle leggi. Il 30 dicembre il coordinatore del servizio autonomo del personale, tale Carmela Olivieri, firma l’atto utile ad impegnare sei milioni di euro negli stipendi che i neo assunti riceveranno da lì a due anni.

Alla pagina tre dell’atto si accerta che “non è stata rilevata la presenza di conflitti di interesse tali da impedire l’adozione del presente provvedimento”, ma arrivati a pagina dieci questa sicurezza inizia a vacillare dal momento che tra i beneficiari dell’aumento di stipendio compare proprio il nome di Carmela, la stessa dirigente che ha firmato il documento assicurandosi così uno stipendio annuale di 111.435 euro e 80 centesimi.

L’assessore al bilancio, Salvatore Palma, tiene a precisare che “gli stipendi dei dirigenti non rappresentano un aggravio per le casse comunali” poiché si tratta di investimenti preventivati. E quindi poco lede alle casse di Palazzo San Giacomo se la dirigente Olivieri ha firmato un atto che le ha aumentato lo stipendio su per giù del 54%.
Dal canto nostro è giusto ribadire che tale ‘marchetta’ non prevede illegalità di alcun genere.
Tutto è concesso dalla legge, anche permettere ad un impiegato comunale di andare in aspettativa per poi rientrare a lavoro con un contratto a tempo determinato e se lo si vuole, alla scadenza, ritornare all’occupazione precedente.

L’opposizione, dal canto suo, durante le selezioni di ammissione nell’autunno scorso aveva già chiesto l’intervento dell’Anticorruzione presentando un documento che vedeva primo firmatario Stanislao Lanzotti di Forza Italia, seguito dal Movimento 5 Stelle, PD, Prima Napoli e Napoli Capitale. Ed è lo stesso Lanzotti colui che ieri mattina ha scritto alla Corte dei Conti chiedendo di fare luce sulla vicenda nonostante l’assenza di illegalità.

“È vero che non sono state violate le leggi – spiega il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli – ma è stato violato il buon senso anche perché, al di là dell’inopportunità dell’aumento, non è accettabile che la dirigente che ha firmato l’atto che ha decretato l’aumento sia essa stessa destinataria di quell’aumento”.

Il Comune di Napoli in una nota ha replicato ribadendo quanto anche noi abbiamo sottolineato, ossia che tutto è stato fatto nel rispetto delle leggi che lo consentono.

Flora Visone

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui