Dopo un restauro di due anni riapre Villa dei Misteri a Pompei. Grande la soddisfazione di Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, che ha espresso parole di felice entusiasmo nei confronti di un lavoro ‘intenso scrupoloso e metodico”. Aggiunge poi:
“Nell’ultimo anno abbiamo compiuto sforzi considerevoli, riconosciuti anche dagli ispettori dell’Unesco, che hanno parlato di risultati tangibili e significativi” [..] Il sito non rischia più l’esclusione dal patrimonio mondiale”.
Il restauro ha interessato tutti i mosaici e le pitture, volgendo a migliorarne lo stato conservativo. Come ha dichiarato Massimo Osanna, soprintendente speciale di Pompei:
“è la prima volta che il laser viene utilizzato su una superficie così ampia”.
Tuttavia, i lavori non sono completi e l’Italia attende nuove risorse dall’Ue, gestite dal Grande Progetto Pompei.
La parola latina “villa“, per quanto morfologicamente identica, non è semanticamente affine al corrispettivo italiano. Indica propriamente la “fattoria”, adibita alla produzione di cereali, olio e vino. La Villa dei Misteri, tuttavia, non era una vera e propria villa alla latina, ma una residenza signorile campestre, a cui soltanto nel 62 d.C., dopo il terremoto dello stesso anno, fu annesso un quartiere rustico per la spremitura dell’uva. L’origine del nome “misteri” va attribuita al fregio dipinto nel triclinio a sinistra dell’atrio, rappresentante con buona dose di certezza, scene di iniziazione ai riti misterici di Dioniso.
I misteri dionisiaci trovarono particolare diffusione nella Campania dell’età romana. Come testimoniano i dipinti parietali della villa, probabilmente appartenuta ad una ministra del culto, il rito prevedeva la lettura del rituale sacro, seguito da un sacrificio ed offerta.
La Villa è l’edificio più noto e apprezzato di Pompei, grazie al pregio artistico dei dipinti e dei suoi fregi figurati. Ai lati dell’ingresso è possibile ammirare il quartiere rustico e il quartiere servile e, attraverso un piccolo atrio, si giunge nel peristilio, dove inizia il nucleo abitativo vero e proprio. La Villa comprende circa 70 ambienti per 3mila metri quadrati.
“Ci aspettiamo ancora grandi frutti dall’opera appassionata e capace di chi è quotidianamente al lavoro sul pieno recupero degli scavi, ma il bilancio di quest’anno è positivo: c’è stato un vero e proprio cambio di passo e questo ci fa guardare con ottimismo alla rinascita di Pompei.”
Mentre è confermata l’apertura del sito a Pasqua, Pasquetta e 1 maggio, si attende la mostra ‘Pompei e l’Europa’ dal 26 maggio al 2 novembre 2015 con sedi dislocate tra il Museo Archeologico nazionale di Napoli e gli scavi di Pompei. All’interno dell’Anfiteatro è previsto anche l’allestimento di una mostra con fotografie degli scavi dell’archivio della Soprintendenza.
Caterina Puca