No Triv. Il 17 Aprile tutti i cittadini italiani si recheranno alle urne per esprimere il proprio voto circa il Referendum promosso dalle Assemblee di dieci Regioni italiane.

Tale Referendum abrogativo ha l’obiettivo di fermare le trivellazioni da parte delle compagnie petrolifere internazionali promosse dal governo, abilitate alla ricerca e all’estrazione di gas e petrolio nelle acque della penisola. Affinché questa proposta sia approvata si richiede necessariamente che almeno il 50% più uno degli elettori esprima voto favorevole con un “SI”.

Essendo questo un problema che ha toccato la sensibilità dei cittadini, centinaia sono le associazioni, i comitati e i movimenti, denominati No Triv, contrari alla normativa decretata dal governo. Ma perché i Movimenti No Triv lottano per il “SI”? Come afferma “Greenpeace”, associazione ambientalista tra le più attive sul territorio, “La ricchezza del nostro paese non è il petrolio” infatti è stato statisticamente provato che le aspettative attese sulla presenza di fonti di idrocarburi nel sottosuolo italiano non sono realistiche. Pertanto le quantità di risorse energetiche presenti nei fondali non renderebbero autonomo il Paese, anzi continuerebbe a dipendere dalle compagnie petrolifere estere. A ciò si affiancano alti rischi geologici causati dalle trivellazioni che comportano danni all’assetto territoriale e all’ecosistema marino. Inoltre, questa operazione comporta un grosso dispendio economico, denaro che sostengono potrebbe essere investito per incentivare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, di cui l’Italia è già una grande produttrice.

Diversi sono nel napoletano i comitati referendari favorevoli all’abrogazione del decreto come quello di “Napoli No triv” e “Comitato referendario acerrano per il SI – No Triv”.

In particolare il “Comitato referendario Area Nolana” ha come obiettivo primario la difesa dell’ambiente e la riduzione dell’inquinamento. I promotori dell’iniziativa sono scesi in Piazza Duomo per sensibilizzare ed informare i cittadini riguardo il pericolo delle trivellazioni, in attesa della votazione. Anche il movimento di Casoria, “Casoria in Comune”, sta sostenendo il “si” al referendum, trovando consensi tra i suoi abitanti, nonostante si celi un clima di sfiducia a causa dell’imprevedibilità degli esiti che verranno raggiunti. Di fatto, tra le molteplici iniziative, presto terranno una conferenza inerente al tema.

Antonio Barbati, referente del “Comitato referendario Pomigliano No Triv”, sottolinea la grande importanza di affrontare questioni così fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente e la salute dei cittadini. Dichiara ancora, che il governo italiano non è interessato al dialogo con i territori e, sordo alla volontà popolare di sperimentare pratiche alternative, tenterebbe di boicottare il Referendum con ogni mezzo: <<. Ci rendiamo conto di quanto sia assurdo che su temi così essenziali, l’ambiente e la salute, temi che richiamano la vita, che riguardano il nostro diritto di scegliere il futuro che vogliamo, di organizzare i nostri territori e decidere come essi debbano proiettarsi nel futuro, siamo completamente tenuti fuori?>>.

Simona Pietropaolo

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