È terminata ieri, con le dimissioni indirizzate al Ministro della Salute Lorenzin, la controversa avventura di Joseph Polimeni alla guida del Commissariato della Sanità campana. Il funzionario toscano aveva assunto l’incarico poco più di un anno fa, ma dopo un primo periodo di “studio” i rapporti con l’establishment politico regionale si erano irrimediabilmente deteriorati.
Restano indimenticabili, infatti, gli scontri quasi quotidiani intrattenuti da mesi con il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, che imputava a Polimeni la gran parte delle attuali deficienze del sistema sanitario regionale, a causa di una certa miopia istituzionale. Principale accusa al commissario è sempre stata quella di guardare eccessivamente al risanamento puro e semplice del bilancio disastrato della stessa sanità che alla lunga avrebbe causato, secondo De Luca, uno stallo nella qualità e nell’efficienza dei servizi, rendendole ben peggiori delle attuali.
Cavallo di battaglia del Presidente regionale, pertanto, era la riattribuzione al Governo della Regione dei pieni poteri sulla sanità, attraverso preferibilmente la normalizzazione della questione amministrativa: vale a dire, con l’eliminazione della figura del commissario e la restituzione di tutte le potestà decisionali a De Luca. Una soluzione politica, quindi, destinata a seppellire definitivamente la pretesa inadeguatezza del “tecnico” Polimeni nella gestione della complessa sanità campana e a chiudere i conti con un’eredità terribile, di cui Palazzo Santa Lucia ha sempre incolpato la precedente gestione.
Va ricordato che il funzionario toscano aveva pur contribuito, nel corso della sua breve carica, alla caratterizzazione del nuovo Piano sanitario: concordemente col progetto di rientro dal disavanzo eccessivo, Polimeni aveva intrapreso anche una crociata contro l’ipertrofia del sistema sanitario campano, con i suoi troppi presidi di primo soccorso e gli altrettanto numerosi punti nascita da tagliare, soprattutto nei piccoli centri. Un’iniziativa che, sollevando parecchie polemiche e non solo a Napoli, si capisce come abbia rafforzato politicamente la posizione di De Luca, che certo non poteva permettersi di perdere migliaia di consensi semplicemente avallando o tacendo di fronte a provvedimenti tanto impopolari.
Gli scandali delle ultime settimane (dai malati curati sul pavimento nel nolano, ai furbetti del cartellino del Loreto Mare di Napoli) hanno dato probabilmente l’ultima spallata, oltre che alla credibilità dell’intera sanità campana, anche ai piani del commissario, sempre più delegittimato agli occhi dell’opinione pubblica e debole nella polemica con la stessa politica regionale.
Pertanto, ecco spiegate le cause delle dimissioni di ieri: chissà se è vero, come pure si sostiene, che la decisione di Polimeni abbia spiazzato il Governo e il Ministro Lorenzin, che più volte si è già dimostrata insofferente all’ipotesi di un De Luca con in mano le redini della sanità campana e più favorevole a proseguire sulla strada della razionalizzazione finanziaria e operativa, potenzialmente in pericolo in caso di derive eccessivamente “politicizzate” della gestione. Certo, l’unico che non si è fatto cogliere alla sprovvista da queste dimissioni è lo stesso Polimeni, visto che il toscano decadrà (nel caso in cui il Governo dovesse accettare la sua determinazione) solo a partire dal 5 aprile e che praticamente da subito acquisterà un nuovo incarico nel senese.
Al di là della vicenda Polimeni, comunque, le reazioni alla notizia delle dimissioni tendono a concentrarsi esclusivamente sul futuro della sanità in Campania. C’è chi apre ad una prospettiva ottimistica, come il segretario regionale dell’Anaao Assomed Bruno Zuccarelli (intervistato dal Mattino) che si attende che «per la sanità campana non ci saranno più scuse (…) il nuovo commissario potrà con le mani, a questo punto libere, realizzare quanto fino ad oggi annunciato»; c’è anche chi, però, vede più nero, come il Movimento 5 Stelle, con la capogruppo Ciarambino che, puntando sul lato politico della vicenda, afferma di voler fare «le barricate se il Governo dovesse applicare l’emendamento ad De Lucam mettendo la sanità campana nel potere assoluto del presidente. La Campania non merita quest’oltraggio. Vogliamo persone competenti e libere».
La Ciarambino, nel suo intervento, si riferisce all’emendamento passato nella nuova Legge di Stabilità, che consente ad un Presidente di Regione proprio di ricoprire l’incarico di commissario ad acta (potenzialmente, quindi, proprio quanto farebbe al caso di De Luca); tuttavia, non è detto che sia questa la soluzione da adottare in questa specifica circostanza, al di là delle accuse dei 5 Stelle. Ciò, soprattutto considerata la citata insofferenza della Lorenzin a soluzioni “interne”.
Mai come adesso, dunque, del doman non c’è certezza. Fin qui, c’è un solo vincitore (almeno apparente), ed è Vincenzo De Luca: il quale gonfia il petto, rivendicando i meriti della sua Giunta nonostante le mani legate dai commissari (a suo dire comunque “invisibili”) e annunciando che «ci stiamo avviando alla piena responsabilizzazione della regione nella gestione del suo sistema sanitario. Noi siamo impegnati in un lavoro di risanamento a partire dalla approvazione dei bilanci consuntivi dal 2012 e sui passi in avanti nella griglia dei LEA».
Ludovico Maremonti