Durante l’incontro tenutosi il primo giugno tra le organizzazioni sindacali, la società e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non è stato raggiunto un accordo, per cui l’Ericsson ha ufficializzato il licenziamento di 354 dipendenti. I licenziamenti interesseranno anche le sedi di Napoli, in cui è prevista una riduzione del 30% della forza lavoro complessiva.
La Ericsson è un’azienda svedese operante nella fornitura di tecnologie e servizi di comunicazione: è paradossale che sia oggetto di tagli un settore, attualmente, in forte espansione, che altrove crea sviluppo e occupazione, mentre in Italia crea licenziamenti e disagi.
Il motivo che ha condotto alla drastica riduzione del personale è stato la perdita della commessa, da parte della Ericsson, della gestione della rete mobile congiunta di Wind e 3 Italia che è stata aggiudicata da una multinazionale cinese.
Nel frattempo proseguono gli scioperi indetti dai sindacati, l’ultimo risale al 16 giugno, in occasione del quale Alessandra Tommasini ha definito tale situazione “uno schiaffo all’occupazione nella nostra Regione” e l’Assessore al Lavoro di Napoli Enrico Panini ha affermato che “occorre che il Governo intervenga dialogando con la multinazionale”.
Lungi dal dialogo e da ogni forma di accordo, la situazione si è aggravata in quanto per gli ex dipendenti non è prevista la cassa integrazione, né altre forme di ammortizzatori sociali, “perché gli esuberi sono strutturali e non è previsto un piano d’investimento futuro” (CGIL).
Si prospettano dei licenziamenti collettivi coatti, che riconfermano l’allarmante tasso di disoccupazione a discapito del progressismo tanto inneggiato dal Governo e dalla Legge di Stabilità.
Attualmente il Consigliere regionale Gennaro Saiello ha presentato una mozione per spronare il Consiglio Regionale ad adottare risoluzioni al fine di scongiurare un ulteriore disastro per la popolazione campana.
Ricordiamo che nel 2015 l’attuale Presidente della Regione Vincenzo De Luca incontrava i lavoratori della Ericsson di Marcianise (in clima di piena campagna elettorale per le primarie del centro-sinistra) e promise di utilizzare i fondi stanziati dall’UE per lo sviluppo della banda larga, per lo smaltimento delle eco-balle di Giugliano e per una riduzione dell’IRAP sulle grandi aziende, in specie per agevolare la già avvilita Ericsson, che già dal 2014 avviò le prime procedure di licenziamento.
Nonostante la Legge di Stabilità (2015) abbia ridotto la base imponibile IRAP per le grandi aziende, nonostante siano seguite varie iniziative di startup come il “Programma Ego”, il colosso multinazionale sta crollando in Italia, lasciando le proprie macerie tra gli operai, ovvero tra una delle parti più deboli e meno tutelate della società.
La vicenda che ha coinvolto l’Ericsson è l’emblema di una politica economica italiana inidonea a competere con un mercato sempre più esigente e concorrenziale, inidonea ad offrire prospettive di lavoro definitive ed incapace di offrire soluzioni tempestive e forme di tutela ai lavoratori.
Il prossimo appuntamento è previsto per il 27 giugno 2017 a Roma ore 18:00, incontro tra la società, i sindacati e i lavoratori al MISE, in cui si proverà a raggiungere un compromesso ed evitare l’ennesima catastrofe per gli operai.
Melissa Aleida.