Napoli – Terra dei Fuochi, l’ha definita Saviano tutta la zona tra la provincia di Napoli e Caserta. Al tempo il giornalista si riferiva ai roghi dei rifiuti tossici, oggi nuovi roghi sono quelli che ricoprono di nuvole di fumo la zona: i numerosi appiccati nel Parco Nazionale del Vesuvio.
È ormai da martedì che tre elicotteri antincendio “Erickson S64F”, gli uomini del Servizio Forestale della Regione Campania, cinque squadre dei Vigili del Fuoco, due canadair e numerosi volontari stanno cercando di sconfiggere le fiamme che ettaro dopo ettaro stanno disboscando il Parco del Vesuvio.
Questa volta fuoco e fiamme non vengono sputate dal vulcano; questa volta è il vulcano ad essere attaccato, dall’esterno. Quattro o cinque (ancora non è chiaro) i roghi da cui l’incendio si propaga da giorni a macchia d’olio. Ieri sembrava che le fiamme fossero quasi state domate, ma il vento di oggi è nemico dei numerosi uomini e mezzi che cercano di spegnere il fuoco e sta continuando ad alimentare i roghi. Sempre più forte la convinzione che l’incendio non sia un caso e che i 5 uomini avvistati martedì nel Parco siano i responsabili dei roghi che stanno divorando il bosco del Vesuvio su una linea di circa 5-6 chilometri.
Roghi diversi, ma con ogni probabilità sempre di mano criminale. Per Rosario Lopa, della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, non c’è dubbio: c’è bisogno “che i responsabili dei parchi e le istituzioni competenti si costituiscano parte civile contro gli incendiari”. “Da oltre un decennio incendiare i boschi è reato, ma finora le sentenze di condanna si contano sulle dita di una mano”; lamenta ancora Lopa che ora chiede un intervento parlamentare soprattutto per la Campania e la provincia di Napoli, ormai in stato di emergenza. Verso il rafforzamento del Corpo Forestale dello Stato si dirige, soprattutto, la richiesta di Lopa.
Intanto la giunta regionale ha approvato lo stanziamento di 460mila euro di fondi per la prevenzione e gli interventi di emergenza sul fronte dei roghi sul Vesuvio. Tale decisione dopo l’obbligato utilizzo dei fondi, stanziati per creare nuovi percorsi turistici del Parco, per i tentativi di spegnimento dei focolari.
Ancora fuochi, quindi, nella Terra dei Fuochi. Da Terzigno il vento sta trascinando le fiamme anche verso i paesi limitrofi: Boscotrecase, San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano. Terre di discariche: di quelle dichiarate nessuna è stata ancora coinvolta nell’incendio; ma chissà per quanto riguarda quelle non note. Urge quindi lo spegnimento dei roghi non solo per la salvaguardia della vegetazione, ma per sfuggire al rischio di un ulteriore inquinamento dell’aria provocato dal fumo dei rifiuti. “Per fortuna per ora l’incendio ha solo lambito la discarica di Cava Sari”, tranquillizza il sindaco di Boscotrecase, Pietro Carotenuto.
Lucia Ciruzzi