Via libera alla nuova commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker.
Stamattina il Parlamento europeo ha approvato la fiducia con 423 voti a favore (pari al 56% del totale), 209 contrari e 67 astenuti. La squadra dei 28 nuovi commissari di Juncker entrerà quindi in carica il primo novembre, ed ha l’appoggio di popolari, socialisti e liberali (anche se non tutti, dato che la somma dei loro voti è 478), i conservatori si sono astenuti mentre Verdi, GUE/NGL (la Sinistra Europea), EFDD (euroscettici) e Non iscritti hanno votato contro. Nelle scorse settimane i commissari si erano sottoposti come di consueto all’esame degli eurodeputati, esame non passato da Alenka Bratusek, ex premier sloveno ed indicata inizialmente come vicepresidente responsabile dell’Energia, e da Tibor Navracsics, ungherese, ritenuto dall’Europarlamento come troppo vicino al governo autoritario di Viktor Orban. La Bratusek è stata sostituita come rappresentante della Slovenia da Violeta Bulc, mentre nonostante il parere sfavorevole Navracsics è rimasto al suo posto.
Durante il suo discorso Juncker ha detto che la nuova Commissione europea “sarà quella dell’ultima opportunità” per la Ue: “o riusciamo a riavvicinare i cittadini o sarà un fiasco totale”.
Juncker ha già annunciato un piano di investimenti da 300 miliardi di euro, posto come vincolo programmatico dal PSE, dichiarando che sarà presentato entro Natale ma chiarendo anche che non verrà finanziato con l’emissione di nuovo debito.
“Non possiamo permetterci che il piano di investimenti provochi nuovo debito pubblico“, ha dichiarato, “dobbiamo fare attenzione. Dobbiamo fare sì che il denaro pubblico già a disposizione sia utilizzato in modo astuto e intelligente […] Il piano verrà presentato entro i prossimi tre mesi, prima di Natale. L’obiettivo è di evitare un fuoco di paglia. Vogliamo rafforzare l’economia europea. Dobbiamo combattere la disoccupazione.”
Per quanto riguarda l’austerità, ha detto ancora una volta che “le regole [del Patto di stabilità] non si cambiano”, e si userà “la flessibilità consentita dal trattato”, anche se ha voluto distanziarsi dall’eccessivo rigore: “A chi pensa che austerity e politica dei risparmi eccessivi rivitalizzerà l’economia chiedo di prendere le distanze da questa idea”, perché il “mero pareggio di bilancio non è la soluzione”, ci vuole “disciplina di bilancio”, accompagnata da una “politica orientata alla crescita”.
E c’è stato anche un breve momento di tensione quando Nigel Farage, il leader euroscettico dell’UKIP ed alleato del M5S a Strasburgo, ha interrotto il discorso gridando “rubbish”, immondizia, e Juncker si è girato verso il deputato inglese chiedendogli ironicamente “Lei è ancora qui?”.
Giacomo Sannino