Per la rubrica Meteore di quest’oggi vi parliamo di Igor Shalimov, il calciatore di origini sovietiche che contribuì in maniera importante nella scrittura della favola del Foggia di Zeman, ma che deluse molto le aspettative dei tifosi del Napoli.

Igor Shalimov ha esordito con la maglia dello Spartak Mosca negli anni ’80, primo tra le riserve, poi con la prima squadra nel 1988 quando inizia la sua carriera da professionista. Dopo 5 anni di gioco nelle file dello Spartak, Shalimov è stato ingaggiato dal Foggia. Fortemente voluto dal tecnico Zeman, insieme al connazionale Igor Kolyvanov, è partito inizialmente nell’indifferenza generale, salvo poi diventare il regista della favola scritta dal Foggia di Zeman.

Nella sua carriera ha occupato diverse posizioni in campo, mostrandosi molto duttile tatticamente, anche se in molti hanno sempre sostenuto che Shalimov desse il meglio come regista oppure come esterno di un attacco a tre. In carriera ha giocato anche come esterno difensivo, dotato di buona tecnica individuale e ottima visione di gioco, tuttavia le sue caratteristiche migliori emergevano soprattutto ricoprendo il ruolo di regista. È in questo ruolo, infatti, nel Foggia, a guadagnarsi il titolo di miglior calciatore straniero della serie A.

L’anno successivo passa all’Inter in un’operazione che costò alla società nerazzurra la bellezza di 23 miliardi di lire. Giocatore molto corretto in campo, si è aggiudicato il premio fair play per non aver ricevuto nemmeno un’ammonizione durante la sua prima stagione in serie A, ma nel bilancio di fine stagione il calciatore russo è risultato essere una delusione. Migliore fu il biennio 92/93 quando Igor Shalimov risultò in splendida forma riuscendo a diventare spesso il migliore in campo con la maglia dell’Inter.

Ma da quella stagione iniziò il declino del fuoriclasse russo e, nel 1994, venne ceduto al Duisburg. La sua carriera non ha più avuto degli acuti e purtroppo, per i tifosi del Napoli, il regista russo venne acquistato quando ormai veniva già considerato un ex calciatore. Acquistato quindi dagli Azzurri nella stagione 1998/99, gli fu proposto un ingaggio per un anno con opzione per l’anno seguente. Segnò soltanto 2 reti in 19 presenze collezionate con la maglia azzurra. Davvero poco, finendo poi ancora peggio con una squalifica decisa per essere risultato positivo al nandrolone, sostanza vietata e dopo aver comunque giocato una stagione a ritmi scialbi.

Di certo non ha lasciato bei ricordi nel Napoli, ma in quelle stagioni era davvero difficile riuscire ad essere allegri per i tifosi azzurri. Accolto positivamente per quanto aveva fatto vedere nel suo passato, si rivelò una vera delusione in un ruolo cruciale e spesso leggendario nella storia dei Partenopei.

Salvatore Annona

 

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