“Credete nelle nostre riforme”. Ѐ sostanzialmente questo quanto il ministro dell’economia italiano, Pier Carlo Padoan, perora nella lettera inviata all’UE settimane fa e finalmente resa pubblica.
Il documento, di tre pagine, si rivolge direttamente al commissario Pierre Moscovici e al vicepresidente Vladis Dombrovskis, in virtù della promozione della manovra di bilancio a cui tutti gli Stati dell’area UE si sono dovuti sottoporre.
Tuttavia, a discapito di quanto affermato nei mesi scorsi, Padoan ha dovuto precisare che per il 2015 l’Italia registrerà una debole ripresa dell’economia, ma nonostante questo il ministro è convinto nell’affermare che il debito pubblico italiano rientra “negli indicatori chiave di lungo termine. Ѐ più sostenibile di quelli della maggior parte dei paesi dell’UE, dal momento che le vulnerabilità derivanti dall’invecchiamento della popolazione sono state affrontate con una riforma delle pensioni di largo respiro e con stretti controlli sulla spesa sanitaria”.
Nella lettera, Padoan ha voluto spendere alcune righe in merito al Jobs Act, affermando non solo che porterà ad un aumento dell’occupazione, ma donerà anche “una sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, che è già uno dei più solidi grazie alla riforme del passato”.
Conscio comunque del fragile equilibrio economico non solo italiano, ma europeo, conscio anche di possibili opposizioni provenienti soprattutto dall’area tedesca, sempre più improntata su politiche d’austerità, Padoan ha tenuto a precisare che “il governo italiano è fermamente impegnato ad affrontare le radicate debolezze strutturali dell’economia ed è attualmente intento nell’applicazione di un’agenda di riforme vasta e di ampio respiro allo scopo di dare al Paese l’organizzazione istituzionale e le regole e gli incentivi più appropriati per stimolare la crescita, la competitività e l’occupazione”.
Infine, il ministro dell’economia ha voluto ribadire l’importanza che il governo italiano sta dando all’ambizioso programma di privatizzazione di imprese e attività statali, che dovrebbe portare nel biennio 2015-2017 il PIL a crescere dello 0.7% con conseguente abbassamento del debito pubblico.
Maria Stella Rossi