NAPOLI – Nel cuore del Napoli, battibecchi e dissapori tra i gestori dei locali notturni e l’amministrazione comunale. I residenti si lamentano degli schiamazzi e denunciano formalmente chi disturba la quiete pubblica. Tra questi, uno tra i più frequentati locali del centro, la birreria conosciuta come l’Ex Salumeria nella zona dei Decumani. L’esercizio ha chiuso i battenti il 12 novembre 2013, data in cui, in seguito alle lamentele e alle denunce, fu emesso un decreto di sequestro dal gip. Il gestore Salvatore Bottegal, un giovane ventisettenne che ha puntato tutto sull’esercizio commerciale, ha contrastato questo provvedimento, discutendo la stessa denuncia presentata dai residenti. Il disturbo, gli schiamazzi che avvengono per strada o in prossimità del locale ― riferisce Bottegal ― non sono responsabilità del gestore del locale. Al fianco dell’imprenditore, gestori di locali attigui e l’associazione Terranova, che riunisce gestori e commercianti del centro storico. Il giovane imprenditore è da più di un anno ormai che ha le saracinesche abbassate e ha accumulato 20 mila euro di debiti. Bottegal ha raccontato di aver incontrato diversi ostacoli per portare avanti la propria attività: burocrazia lenta e amministrazione quasi assente. Non ci si può aspettare che i commercianti o i gestori facciano da vigilantes e parcheggiatori ― spiega ― ma tutti, residenti, commercianti e amministrazione comunale, devono collaborare per rendere possibile la realizzazione e la fruizione di un esercizio commerciale.
Quello di Salvatore Bottegal è sicuramente un caso emblematico, visto che è da un anno ormai che il locale è fermo. E per un giovane ventisettenne, che ha investito tutto nel progetto di una vita, non è semplice da subire. Denunce come “disturbo per la quiete pubblica” e “schiamazzi notturni” pesano, perché di fatto si è accusati di violare un articolo ben preciso, l’art 32 del regolamento di Polizia urbana, che obbliga ogni esercizio pubblico a «vigilare affinché, all’uscita dei locali, i frequentatori evitino comportamenti dai quali possa derivare pregiudizio alla quiete pubblica e privata». Insomma ad un unico articolo devono rispondere tutti i tipi di locali, dalla discoteca alle birrerie. Mentre una discoteca può sostenere i costi di vigilanza e ha, inoltre, necessità di farlo, diverso è per locali più piccoli e tranquilli. Bottegal e altri commercianti, insieme all’Associazione Terranova, ha richiesto all’amministrazione e all’assessore alle attività produttive Enrico Panini la modifica dell’art 32, cercando di rispondere così alle esigenze dei singoli gestori e dei residenti. Intanto Salvatore Bottegal ha deciso, per la riapertura del 2015, di assumere un buttafuori. Si attendono intanto risposte dal Comune.
Agnese Cavallo