Ci troviamo a Napoli, nell’area Nord, a Scampia. L’inizio dell’anno per il quartiere ha un significato ben preciso: i preparativi del tradizionale corteo di Carnevale targato Gridas, arrivato ormai alla sua 36° edizione.

La grande parata che si tiene annualmente il giorno di Carnevale (quest’anno l’11 febbraio) nasce con lo scopo di creare un momento in cui tutta la cittadinanza è protagonista, realizzando carri e maschere che rimandano al tema scelto. Andare per le strade, riappropriarsi del quartiere e dei suoi spazi sensibilizzando allo stesso tempo l’opinione pubblica sulle tematiche territoriali.

Il Carnevale è cresciuto di anno in anno, riuscendo ad attirare l’attenzione non solo dei cittadini di Scampia ma anche di associazioni, collettivi e comitati provenienti da diverse zone di Napoli. È un percorso lungo, che dura tutto l’anno e culmina, appunto, con la domenica del Carnevale. In questo senso, il Gridas ha lanciato in città l’avvento dei cortei allegorici.

Sono all’incirca dieci anni, infatti, che si è formato il coordinamento dei carnevali sociali, tutti accomunati dalla logica di partire dal basso, dai problemi che attanagliano i quartieri e di provare a declinare, attraverso la costruzione di maschere e carri, il lavoro portato avanti durante l’anno. Il corteo, quindi, è l’occasione giusta per far sentire la propria voce, valorizzando il percorso che le pratiche dal basso compiono nell’arco del tempo. Diventa il momento in cui si fanno i conti con l’anno che è appena passato, cercando di mandare messaggi mirati ai soggetti che devono intervenire e di scuotere le coscienze dei cittadini.

Come da tradizione il corteo terminerà con il falò dei simboli negativi ossia verrà fatto bruciare tutto ciò che è stato avverso durante l’anno. Ed è proprio dal fuoco che bisogna ripartire. Il tema scelto per il Carnevale 2018 è “Mezzogiorno di fuochi: chi appiccia, chi scioscia e chi stuta.” Il fuoco fa riferimento all’estate di quest’anno che ha devastato il paesaggio naturalistico con una serie di incendi dolosi che si sono susseguiti in maniera insistente sul territorio campano. L’ultimo rogo ha toccato Scampia e la comunità rom di via Cupa Perillo, le fiamme hanno raso al suolo le baracche lasciando senza dimora i cittadini che vi abitavano. Sono passati sei mesi, eppure ancora nessun colpevole emerge da questa vicenda che ha alimentato una vera e propria guerra tra poveri.

Ma il corteo non vuole rappresentare puramente quelle piaghe della nostra società che avvelenano i nostri territori, nel negativo cerca di scovare del positivo. Il fuoco, in questo caso, incendia tutto quello che ha intorno ma dalla distruzione si può ripartire. Scampia sta rinascendo dalle sue ceneri, grazie anche a quel “fuoco” della passione che arde nei cittadini che da sempre hanno visto nel quartiere una possibilità di riscatto.

Quello che sta accadendo a Scampia è una rivoluzione che coinvolge diversi fattori: da quello sociale a quello culturale, da quello politico a quello artistico. Riuscendo a seminare le proprie esperienze per il territorio, un esempio è la BandaBaleno nata 10 anni fa durante il carnevale del Gridas, da allora è sempre presente con la sua musica ad ogni corteo. La cosiddetta “murga” che simboleggia la lotta, l’arte di strada che mette insieme percussioni e danza.

Da Scampia la banda si è incamminata per la città, ogni qualvolta c’era bisogno di dare voce a delle vertenze. Un po’ come il Gridas che ha fatto da madre per la nascita dei carnevali sociali, così la Bandabaleno è stata fautrice di nuove murghe. Prima con la murga al Giardino Liberato di Materdei e più recentemente creando laboratori al Cap 80126 di Soccavo e al rione Sanità.

All’interno delle murghe si dilettano disoccupati, studenti, bambini. In particolare quest’ultimi ricoprono un ruolo importante nelle bande come per il carnevale. L’idea di Felice Pignataro – fondatore del Gridas – era quella di creare un incontro tra la scuola e il quartiere. Dalle sue osservazioni emerse come la scuola veniva visto come un luogo chiuso in cui gli alunni non prendevano realmente consapevolezza di quello che gli succedeva intorno. “Oltre alla mente, a scuola bisognava andare con le mani.” Nasceva, quindi, l’esigenza di riportare la manualità, un concetto che si è poi trascinato negli anni. Difatti, le scuole si offrono per dare il proprio contributo per la riuscita del corteo.

Dunque, la data si avvicina, manca poco all’11 febbraio. L’appuntamento è a partire dalle ore 10.00, tutta la città è invitata a prendere parte per dare avvio ad un nuovo anno sociale di buoni propositi.

Maria Baldares

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