Carissimi lettori di Libero Pensiero, ri-eccoci al nostro consueto appuntamento con la classica rubrica del sabato sugli accadimenti che hanno cambiato il mondo in questa settimana, Il Mondo in Questione. Partiamo con la carrellata di notizie!
GERMANIA CHIEDE A BELGIO LA CHIUSURA DI DUE REATTORI
La Germania sostiene che i due reattori Doel 3 e Tihange 2 sarebbero a rischio incidenti. La ministra dell’Ambiente tedesca Hendricks, infatti, ha chiesto al governo belga di chiudere temporaneamente gli impianti almeno fino a quando ulteriori indagini saranno completate. I reattori coprono il 55% del fabbisogno di energia e sono di proprietà della filiale belga Electrabel,del gruppo francese Engie. I reattori sono stati più volte chiusi e dovevano cessare la propria attività nel 2015 quando un nuovo accordo tra il gruppo proprietario e il governo belga ha prolungato la concessione fino al 2025. L’agenzia federale di controllo belga, nonostante abbia dichiarato che i reattori rispettino le norme di sicurezza, è disposta a collaborare con le organizzazioni tedesche a patto che esse siano collaborative.
REGENI ARRESTATO PRIMA E POI TORTURATO
Secondo alcune testimonianze da parte di funzionari dell’intelligence e della polizia egiziana, Giulio Regeni sarebbe stato arrestato dalla polizia e subito consegnato ai servizi segreti prima di essere torturato e ucciso. A rivelarlo è Reuters, che, dunque, smentisce la versione ufficiale delle autorità egiziane, secondo le quali, invece, il ricercato italiano non è mai stato preso prima del ritrovamento del suo corpo lo scorso 3 febbraio. Infatti, il ministro dell’Interno egiziano, Magdi Abdel-Ghaffar, ha smentito pubblicamente la notizia definendola «infondata». La versione riportata da Reuters, però, racconta che Regeni sarebbe stato fermato dalla polizia egiziana il 25 gennaio vicino la stazione metro del Cairo. Da qui, l’italiano sarebbe stato portato alla stazione di polizia di di Izbakiya e dopo nemmeno un’ora sarebbe stato trasferito a Lazoughi. Tuttavia, da questo momento non si sa più nulla sul nostro connazionale. Una cosa è certa: i rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto continuano a peggiorare.
IL NUOVO RUOLO GEOPOLITICO DEL GIAPPONE
La Dieta giapponese ha finalmente approvato il pacchetto di emendamenti – presentati nel mese scorso – che permetterà al Giappone di inviare le Forze di Autodifesa all’estero per quanto riguarda le missioni di peacekeeping o di soccorso agli alleati. La nuova legislazione rappresenta un grande punto di svolta per il ruolo strategico giapponese sul piano internazionale, soprattutto in vista della politica nucleare nordcoreana e le pretese egemoniche della Cina. Così, il governo di Shinzo Abe ha lanciato un forte segnale ad alleati e non: il Giappone assumerà un nuovo peso nel quadro geopolitico asiatico e si impegnerà nella difesa di principi come la democrazia e il diritto di navigazione, ma soprattutto nel consolidamento dei rapporti con gli USA favorendo la loro presenza militare in Asia.
L’ECUADOR TENTA DI RIALZARSI DOPO IL TERREMOTO
In seguito al violento terremoto che ha colpito il piccolo paese andino lo scorso 17 aprile e nonostante anche le numerose e gravi conseguenze delle ulteriori scosse di assestamento di questi giorni, il Presidente dell’Ecuador, Correa, ha voluto fare ieri un primo bilancio di tale drammatica esperienza: parlando ai microfoni di alcuni media cubani, ha ringraziato pubblicamente l’impegno di L’Avana per i soccorsi umanitari, che hanno avuto carattere perlopiù medico-sanitario. L’iniziativa del governo castrista è stata tempestiva, immediata e coraggiosa nel prestare le prime cure alla popolazione colpita, ha sottolineato il Presidente, che ha poi ricordato come un ruolo determinante sia stato svolto anche da Russia, Cina e Francia. Correa ha comunque ribadito che, nonostante il terremoto, l’Ecuador resterà protagonista della scena latinoamericana, confermando l’impegno di Quito a diventare la nuova sede dei negoziati di pace tra la vicina Colombia e la guerriglia del gruppo ELN, secondo soggetto separatista colombiano per importanza, dopo le più famose FARC.
LA GAFFE RAZZISTA DEL SINDACO DI LONDRA CON OBAMA
Il sindaco di Londra, Boris Johnson, si è reso protagonista venerdì di una gaffe esplicitamente razzista, che, soprattutto fra i membri del Labour, non è stata accolta affatto bene. In occasione della visita di Obama in UK, il sindaco, dichiaratamente anti-UE, non ha risparmiato dalle critiche nemmeno il presidente degli Stati Uniti, accusato di aver fatto eliminare dalla Casa Bianca un busto di Winston Curchill ai tempi dell’insediamento, che, secondo Johnson, rappresenta un «esempio dell’avversione ancestrale del presidente in parte keniano per l’impero britannico, di cui Churchill è stato uno dei più ferventi difensori». Insomma, Obama considerato ostile alla Gran Bretagna solo per via delle sue origini, un incidente diplomatico che continuerà a far discutere in questi giorni. Obama non sembra però per il momento voler entrare con foga nella polemica e ha risposto apparentemente senza rancore: «Adoro Winston Churchill, un suo busto è appena fuori il mio ufficio».
Hanno collaborato: Sabrina Carnemolla, Ludovico Maremonti, Andrea Palumbo e Valerio Santori