È da qualche settimana che sta girando sul web questo video di Anna-Maria Hefele, di cui Eric Whitacre (che di polifonia se ne intende) ha detto essere «una delle più abili overtone singer [cantante con gli armonici] che abbia mai sentito». Molti profani avranno gridato probabilmente alla stregoneria ascoltando questa voce che ne sembra contenere due insieme e magari è anche questa la ragione del successo virale sui Social network di questo incantesimo della diplofonia. I più curiosi, invece, si saranno forse chiesti la ragione profonda di un simile talento e alcuni si saranno persino spinti ad abbozzarne un apprendimento, ammesso che sia possibile apprendere una simile tecnica, deformando in ogni modo la bocca e la gola ed emettendo suoni di dubbio gusto musicale ma senza ottenere un risultato apprezzabile.

hqdefaultQuest’articolo serve a dire, tanto per cominciare, che, almeno in linea di principio, a costoro è mancata soltanto un po’ di costanza in più: la diplofonia è infatti una tecnica di manipolazione di un suono preesistente e intrinseco nella voce di tutti noi. Quello che forse non molti sanno, in effetti, è che la nostra voce (così come la maggior parte dei suoni che percepiamo) può addirittura essere detta infinito-fonica, pur essendo percepita come un solo suono. Come può essere?

Come tutti sanno, un suono si percepisce quando delle particelle d’aria urtano, oscillando rapidamente, le regioni del nostro corpo acusticamente sensibili. Quest’oscillazione si caratterizza per avere una sua frequenza, che dà l’altezza del suono, e una sua ampiezza, che ne dà l’intensità. A questo punto, qualcuno potrebbe pensare che il quadro è già completo.

Allora cos’è però che rende, ad un ascolto attento, questo suono diverso da quest’altro o da quest’altro ancora? Essi presentano la stessa altezza e – salvo che non abbiate regolato il volume del vostro PC per ridurre il fastidio che vi stanno procurando – la stessa intensità, ma c’è qualcosa che li rende profondamente diversi.

I più attenti risponderanno che la differenza essenziale sta nel timbro, ma solo pochi sapranno dire a cosa questo timbro sia dovuto; e non hanno tutti i torti, se consideriamo che quello degli spettri sonori è un ambito della scienza sotto certi aspetti ancora pioneristico.

In prima approssimazione – ma non in ultima – potremmo dire che il timbro di un suono dipende dall’ampiezza degli armonici in cui esso può essere decomposto. Questi armonici sono per così dire suoni elementari, caratterizzati ciascuno da una propria intensità e da una frequenza multipla di quella effettivamente percepita dall’orecchio.

Non spaventi nessuno che un suono di una certa altezza sia il risultato della sovrapposizione di suoni più acuti: l’immagine qui sotto vi rassicuri sul fatto che questo sia sensato. Il timbro di un suono dipende allora da quali di queste armoniche siano privilegiate rispetto alle altre, cioè da quali siano più o meno intense.

frequenze

Posto che un suono è intrinsecamente infinito-fonico, entra qui in gioco il talento dell’overtone singer, che riesce a esaltare alcune armoniche piuttosto che altre attraverso un uso sofisticatissimo di tutti i muscoli della fonazione. Non creando nessun nuovo suono quest’artista ve ne farà sentire due, di cui uno si caratterizza per essere a frequenza multipla del suono più basso (una specie di bordone).

demetrio stratos

E non gridate allo scandalo se vi si dice che c’è stato qualcuno in grado di produrre tre e perfino quattro suoni insieme. Era Demetrio Stratos (1945-1979) – nato Eustràtios Dimitrìu, con nome e cognome invertiti! – che, oltre ad essere un patrono, con gli Area, del contaminatissimo progressive rock milanese, fu acuto esaminatore delle possibilità della voce umana, riscoperta come espressione di un io spirituale un po’ trascurato nella cultura occidentale. La sua ricerca musicale, nonostante tutto, fu lasciata ai margini degli ambienti ufficiali: una prima pubblicazione su di lui risale a vent’anni dalla sua improvvisa scomparsa e provenne peraltro dal Brasile, per gli studî di una ragazza di origini libanesi.

Qualcuno ha misticamente sostenuto che la malattia abbia fulminato Demetrio Stratos quando questi si era spinto ben oltre il limite umano. Aldilà di questa visione prometeica, resta il dubbio scientifico di come sia riuscito, pare, a produrre insieme anche suoni disarmonici tra loro, che vuol dire creare, stavolta per davvero, più suoni contemporaneamente, con più corde vocali distinte.

A noi non resta che godere di questi incredibili fenomeni e attendere i risultati della scienza, gettando così l’occhio sui barlumi che queste abilità incredibili accendono nel buio pozzo senza fondo delle umane possibilità. Ai più arrischiati, poi, non resta che provare!

Antonio Somma

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