Per la presentazione dell’ottava edizione dell’iniziativa Facciamo un pacco alla camorra, i promotori Comitato don Peppe Diana (per il progetto La R.E.S. Rete di Economia Sociale), Libera Campania e il consorzio Nuova Cooperazione Organizzata, hanno scelto simbolicamente il Castello Mediceo di Ottaviano.

Il palazzo, infatti, ha di per sé una storia affascinante e significativa: sorto in età longobarda, è appartenuto poi alla famiglia de’ Medici (da cui il nome), ma non prima di aver goduto del passaggio di altri personaggi illustri, come Tommaso d’Aquino. Nel 1980 però, l’ultimo legittimo proprietario, lo vendette ad una società di proprietà del clan Cutolo. Solo undici anni dopo il Castello fu confiscato in base alla legge Rognoni-La Torre e successivamente affidato al Comune di Ottaviano.

Facciamo un pacco alla camorra

L’iniziativa è il risultato di un progetto che vede coinvolte diverse realtà, come cooperative sociali, aziende che hanno denunciato il racket e associazioni territoriali.

Il progetto promuove la crescita attraverso la creazione di un’economia sociale, come antidoto all’economia criminale e speculativa che ha a lungo caratterizzato alcuni territori. Proprio per questo i promotori dell’iniziativa hanno deciso di partire dalle attività sorte in questi luoghi un tempo simbolo di violenza, ma poi rinati, grazie alla collaborazione tra le istituzioni e le realtà sociali del territorio.

Ogni cooperativa sociale che abbia preso parte all’iniziativa, perché operante in uno dei cosiddetti “beni confiscati“, si è impegnata inoltre nell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

Tutti gli sforzi portati avanti in queste attività vedono una concretizzazione fisica in due pacchi-dono natalizio, confezionati quest’anno secondo il tema: “Risaliamo sui tetti per riannunziare parole di vita”, celebre frase di don Peppe Diana.

I due pacchi sono:

  • il Pacco agricoltura sociale, più piccolo, contiene prodotti per una cena e ha come obiettivo quello di creare legami e relazioni tra i commensali che acquistano il pacco;
  • il Pacco per Casa Don Diana, più grande, è presentato in un’edizione speciale e vedrà il proprio ricavato utilizzato per sostenere progetti nel bene confiscato “Casa Don Diana”, appunto.

L’evento

La presentazione di lunedì, ha goduto della presenza di diverse scolaresche di Ottaviano, delle persone che lavorano nei beni confiscati e dei rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni del territorio.

L’evento ha avuto inizio con un’introduzione di Miriam Candurro, attrice della soap “Un posto al sole”, soap che tra l’altro ha raccontato, a modo suo, l’iniziativa durante le ultime puntate. La Candurro ha presentato ogni pacco singolarmente e ha parlato del riutilizzo sociale dei beni.

Degni di nota gli interventi (moderati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli) del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che ha raccontato del riscatto dei beni confiscati alle mafie e riutilizzati a scopi sociali;

Valerio Taglione, Coordinatore Comitato don Peppe Diana, che ha ribadito la volontà di “ritornare sui tetti” come invocato da Don Peppe Diana;

Fabio Giuliani, referente per Libera Campania, che ha sottolineato come l’irriverenza è uno strumento straordinario per sconfiggere le mafie. Ha inoltre invitato a non dimenticarsi di chi ha sì avuto un percorso criminale, ma ha voglia di riscattarsi;

Antonio D’Amore, Presidente della Cooperativa Ottavia, che ha parlato del senso profondo del riutilizzo sociale dei beni confiscati, come avviene col parco nazionale del Vesuvio, ospitato dallo stesso Castello Mediceo;

Giuliano Ciano, Presidente della Nuova Cooperazione Organizzata, che ha dichiarato che  la storia di Facciamo un pacco alla camorra è una storia di persone e reti oltre che di beni confiscati.

A chiusura della giornata il saluto del comitato scientifico Fondazione Polis e i saluti istituzionali di Luca Capasso, sindaco di Ottaviano e di Luigi De Magistris, sindaco della città Metropolitana di Napoli.

La giornata si è poi conclusa con la visita alle stanze del Palazzo Mediceo.

“Facciamo un pacco alla camorra” è da intendersi, allora, come ci è stato spiegato da questa presentazione all’iniziativa, proprio alla napoletana, come “dare una fregatura”. La fregatura però, stavolta, è data a chi con le fregature fino a ieri ha sottratto al territorio campano prospettive di sviluppo e non solo.

Un pacco alla camorra, le persone di questo progetto lo danno riprendendosi beni e luoghi che il crimine ci aveva sottratto e utilizzandoli per il bene del territorio e per la legalità.

Desire Rosaria Nacarlo
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