Ancora una fumata nera, la seconda per esattezza, per quanto riguarda l‘elezione del Presidente della Repubblica greco. Stavros Dimas, ex Commissario Ue, candidato dal governo, oggi ha ottenuto soltanto 168 voti in Parlamento, ma il quorum ne prevede almeno 200. In ogni caso è un risultato superiore, anche se di poco, ai 160 voti del primo turno ed è addirittura migliore rispetto alle previsioni degli analisti.  A questo punto, il premier greco Antonis Samaras ha buone probabilità di chiudere positivamente l’elezione del capo dello Stato il prossimo 29 dicembre, ossia in occasione del terzo ed ultimo voto in cui basterà una maggioranza qualificata di 180 voti.

A precedere le seconde votazioni del Parlamento sono stati giorni di alta tensione, tra le accuse di brogli e una proposta di compromesso da parte di Samaras, che ha affermato: “Non possiamo permetterci di ri-precipitare il paese nell’incertezza. Da parte mia sono pronto ad aprire l’esecutivo ad altre forze europeiste”. Il piano politico del premier greco ha convinto qualche parlamentare indipendente ad appoggiare il nome di Dimas. Ciononostante, in totale, il governo dispone di 155 voti, mentre gli indipendenti sono 24. Samaras, quindi, dovrà riuscire a convincere anche qualche esponente dell’opposizione, la quale vanta 121 voti.

Attenzione però: se nemmeno nella terza votazione si riuscirà ad eleggere il nuovo presidente, la Grecia andrà alle urne a fine gennaio per il voto politico anticipato. I sondaggi elettorali posizionano in testa ai consensi Syriza, la sinistra di Alexis Tsipras, che ha intenzione di rimettere in discussione gli accordi con la Troika. A tal propositio, tutta l’Europa, e in particolar modo l’Italia, segue con attenzione le vicende elleniche.

Intanto il Comitato etico greco ha deciso di archiviare l’inchiesta su una possibile compravendita di voti. La denuncia era stata lanciata da Pavlos Chaikalis, deputato di Indipendenti greci. “Tutto è iniziato quasi per scherzo ma poi le cose si sono fatte serie. Mi hanno proposto 700mila euro di anticipo e 2-3 milioni in totale, pagati in parte chiudendo i miei prestiti e in parte in contratti pubblicitari”, aveva affermato Chaikalis, il quale ha anche consegnato una registrazione video alle forze dell’ordine. Tuttavia, secondo l’authority parlamentare, i colloqui presenti nel video non evidenziano elementi sufficienti tali da permettere l’apertura di un’indagine.

Andrea Palumbo

Quotidiano indipendente online di ispirazione ambientalista, femminista, non-violenta, antirazzista e antifascista.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui