Regia: Abel Ferrara; Cast: Willem Defoe, Riccardo Scamarcio, Ninetto Davoli, Adriana Asti; Sceneggiatura: Abel Ferrara, Maurizio Braucci; Genere: Biografico, Drammatico; Anno: 2014; Durata: 86 minuti
Roma, 1 Novembre 1975. Pasolini è appena rientrato dal suo viaggio a Stoccolma, dove ha tradotto il suo libro Le ceneri di Gramsci. A svegliarlo è la sua mammetta, con un bacio. La colazione è pronta, il Corriere della Sera è sul tavolo. Più tardi pranza con Nico Naldini e Laura Betti, e si dedica poi alla scrittura del suo nuovo romanzo, Petrolio.
Sono appena terminate le riprese del suo ultimo film, Le 120 giornate di Sodoma, e la censura gli sta già col fiato sul collo. Nel pomeriggio concede un’intervista al giornalista de La Stampa, Furio Colombo, il cui titolo verrà scelto dallo stesso Paolini: “Siamo tutti in pericolo”.
La notte romana comincia con una chiacchierata con Ninetto Davoli, suo caro amico. Pier Paolo, infatti, ha in mente un nuovo film, ed ha già contattato Eduardo De Filippo, che vuole assolutamente nel cast. Saluta Ninetto e, con la sua Alfa, si avvia verso Ostia, al Bar dello Sport, che frequenta spesso.
È lì che incontra quello che diventerà il suo carnefice. Il suo corpo viene ritrovato la mattina del 2 novembre. PornoTeoKolossal non vedrà mai la luce.
Il compito di cui Abel Ferrara si è fatto carico non è certo semplice. Restituire l’immagine di una delle più grandi e controverse figure del novecento non è uno scherzo. Soprattutto se la figura in questione è Pier Paolo Pasolini.
Il film vuole essere una cronaca delle ultime ore del cineasta e lo stile appare, infatti, coerentemente con l’obiettivo prefissato, quasi documentaristico. La narrazione tuttavia risulta altalenante. Ai silenzi, (molti) e alle scene morte (moltissime), si alternano interessanti riferimenti alle opere di Pasolini e l’intervista con Furio Colombo, che incolla letteralmente lo spettatore allo schermo.
La scelta dello stile documentaristico appiattisce di molto la figura di Pasolini, e non rende giustizia al suo grande spessore intellettuale. Manca una vera e propria analisi introspettiva della figura dell’artista, nonostante la magistrale interpretazione di Defoe. Pier Paolo è visibile solo in superficie, ed è per questo che lo spettatore rischia di esser deluso.
Un film che tutti aspettavano, e in cui gli spettatori avevano riposto molte aspettative, controverso come la figura dello stesso Pasolini.
Gabriella Valente