La Guardia di Finanza di Cagliari, nell’ambito di una grossa indagine sul riciclaggio di soldi sporchi, legati al clan camorristico dei Casalesi, ha emesso provvedimenti di sequestro per patrimoni immobiliari e conti correnti di valore superiore ai 20 milioni di euro. Tra gli indagati un politico sardo di spicco, l’europarlamentare Salvatore Cicu di Forza Italia, eletto con oltre 51 mila preferenze nella circoscrizione isole nelle ultime elezioni europee.

Nell’operazione, definita “Little lord”, sono state denunciate diciassette persone; sequestrati diversi immobili destinati per lo più a finalità turistiche, tra Cagliari, Arbus, Torre dei Corsari, Sestu e Villasimius; sequestrati cinque conti correnti aperti a Sestu e quote di alcune società del settore. Tra i destinatari dei sequestri spicca la Tu.Ri.Cost., proprietaria del complesso turistico di lusso S’Incantu, a Villasimius, messo sotto sequestro.
Le indagini sono iniziate quattro anni fa, nel 2010, occupandosi inizialmente di alcune operazioni di società, legate all’acquisizione di terreni edificabili e quindi alla realizzazione di un villaggio vacanze. Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle i soci cagliaritani avrebbero però rinunciato al progetto allettati dall’offerta, di oltre un milione di euro, di persone originarie del Casertano e legate (anche con rapporti di parentela) ai clan camorristi dei Casalesi e dei D’Alessandro intenzionate a rilevare le quote e costruire il resort di lusso. Nella vicenda era stato sentito, ma mai indagato, anche l’ex-governatore Cappellacci.

Da ieri ufficialmente indagato anche il parlamentare europeo che si difende dichiarandosi in totale buona fede: “se avessi saputo, non avrei mai partecipato“.
L’episodio risalente a circa dodici anni fa, quando era sottosegretario alla Difesa, vede Cicu partecipare insieme a due amici, Paolo Cau e Luciano Taccori, quest’ultimo ex sindaco di Sestu, all’acquisto di un terreno al fine di ottenere un finanziamento in vista della realizzazione di un’opera turistica. Stando alle dichiarazione del parlamentare, la richiesta gli fu negata e il terreno fu rivenduto al fine di rientrare nelle spese sostenute. Il ruolo di Cau, nell’acquisto e nella vendita, è quello di mandatario fiduciario, colui che materialmente confezionò i contratti, mentre il sottosegretario era impegnato nel suo ruolo che lo portava spesso a viaggiare.
Con il mandato fiduciario il terreno fu ceduto, ma io non conosco nessuno, non ho mai partecipato a nessun incontro con gli acquirenti e non ho mai conosciuto questi signori che hanno comprato. Non li ho mai sentiti telefonicamente e se avessi solo avuto il semplice dubbio avrei preferito tenermi i debiti” si difende dunque l’esponente di Forza Italia.

Amici di cui mi fidavo e di cui mi fido” dice di Cau e Taccori. Amici che non ha avuto modo di sentire dal momento in cui ha saputo della visita della Finanza nel suo studio di Cagliari. Nell’operazione, lamenta Cicu, a perderci è soprattutto lui che ogni mese effettua a favore di Cau un bonifico di 500 euro per pagare Equitalia a seguito di accertamento tributario avvenuto nei confronti di quest’ultimo. “Per non lasciare da solo un amico” è il motivo.

L’eurodeputato non ci pensa neanche a dimettersi dal suo incarico, definendo la vicenda come una questione privata che non attiene alla sua attività politica.
Ho pieno rispetto del lavoro della magistratura e ho chiesto di essere immediatamente sentito dai magistrati. Sento il dovere come cittadino normale di spiegare la mia posizione e non voglio gridare all’attacco politico” così spiega in una conferenza stampa la sua posizione in merito all’indagine che lo vede coinvolto sul riciclaggio di soldi sporchi dei Casalesi in Sardegna. “Non voglio combattere il processo, ma voglio difendermi all’interno del processo” aggiunge.

Roberto Davide Saba

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