NAPOLI – La giornata di venerdì 24 ha messo a dura prova la capacità organizzativa dei lavoratori napoletani. Quello che si prospettava come il venerdì nero ha reso possibile gli spostamenti solo solo dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20, le uniche fasce orarie in cui il servizio bus è stato garantito.
La manifestazione napoletana è partita alle 9.30 da piazza Mancini, dove sono confluiti lavoratori da tutta la Regione, con folte rappresentanze dalle province di Salerno e Caserta.
La circolazione di metro, autobus e funicolari è stata sospesa per effetto dello sciopero nazionale di 24 ore indetto dall‘Unione Sindacale di Base «contro il jobs act e le politiche dettate dalla troika al governo Renzi sul lavoro e la pubblica amministrazione e contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego” e “in difesa dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori» a cui, per il settore trasporti, ha aderito Or.sa dichiarando che i macchinisti sarebbero stati fermi dalle 9 alle 17.
La situazione per chi ha necessità di muoversi appare ancor più complicata se si considera la sovrapposizione, nelle stesse ore dello sciopero locale, della giornata ecologica, il dispositivo applicativo della delibera di Giunta del 14 maggio 2014 con il quale è stato confermato, fino al 31 marzo del prossimo anno, il divieto di accesso e circolazione dei veicoli privati destinati al trasporto di persone e merci sul territorio cittadino per le giornate di lunedì, mercoledì e venerdì, nelle fasce orarie che vanno dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30.
A tal proposito Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, ha espresso la richiesta di sospendere il provvedimento: «lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale nel capoluogo partenopeo per l’intera giornata rischia di creare non pochi problemi, per gli spostamenti, a decine di migliaia di utenti, che abitualmente utilizzano le linee di trasporto su gomma, le metropolitane e le funicolari – precisa Capodanno -. Da qui la richiesta di sospendere il provvedimento in questione in modo da consentire l’utilizzo della propria autovettura a tutti coloro ne avessero necessità anche nelle ore nelle quali, a ragione dello sciopero, potrebbero non poter usufruire di alcun mezzo del trasporto pubblico.»
Camilla Ruffo