“De Luca ha detto cose profondamente sbagliate ma non si può associare De Luca alla mafia perché la frase su Bindi è indifendibile, ma è campione della lotta alla mafia e alla camorra nel suo territorio”. Così ha esordito Matteo Renzi a “Otto Mezzo” per difendere il suo socio in affari per le offese rivolte alla Bindi durante una puntata di “Matrix”.

Fu subito bufera per De Luca dopo quel Quello che fece la Bindi è stata una cosa infame, da ucciderla. Si è ritrovato a dover fronteggiare polemiche su più fronti: dentro e fuori al partito e tra i cittadini.

De Luca non si aspettava che quello era solo l’inizio della bufera che stava per scatenarsi. Ancora una volta il Presidente della Regione ha un problema con i “fuori onda”. Lo riporta il Fatto Quotidiano, pubblicando audio e resoconto di un incontro blindato: “Non ci sono giornalisti e possiamo parlare tra di noi”, il Governatore inizia così la sua riunione: è il 15 novembre, Hotel Ramada, De Luca ha radunato trecento amministratori a lui vicini e provenienti da ogni parte della Campania. Le direttive del monologo sono chiare: convincere tutti i presenti ad appoggiare Renzi, a votare e far votare Sì al referendum del 4 dicembre. Gli accordi già li ha presi lui con il premier: gli assicura i voti campani e “Renzi manda fiumi di soldi”. Ed è più chiaro del previsto: “Poi vi piace Renzi o non vi piace Renzi a me non me ne fotte un cazzo”, ha continuato De Luca incisivo.

A denunciare la questione alla Commissione Antimafia i gruppi Gal, Fi, Lega, Sinistra italiana, M5S, che richiedono l’inizio di un’indagine. La risposta della Bindi: “La Commissione Antimafia all’unanimità, mi ha incaricato di richiedere preventivamente informazioni urgenti alla Procura della Repubblica di Napoli in merito a eventuali indagini in corso, agli atti e ai documenti acquisiti e alla posizione dei soggetti coinvolti, per verificare i presupposti per l’avvio di una inchiesta da parte della nostra Commissione, che naturalmente sono legati al tema mafia”.

Il Movimento 5 Stelle si dice indignato per la risposta della Commissione Antimafia: “Un atto vergognoso, il Governatore della Campania ammette di fare uso del voto clientelare e istiga i sindaci del Pd ad utilizzare questo metodo per vincere al referendum. Sarebbe doveroso che l’Antimafia aprisse un’ indagine conoscitiva e convocasse il ministro dell’Interno. Invece si è solo deciso di chiedere informazioni alla Procura di Napoli”.

Valeria Valente, consigliere del comune di Napoli per il Partito Democratico e segretaria Regionale, all’interno dell’iniziativa dell’Unione degli Universitari Napoli sul Referendum ha detto, sul caso: “Il Presidente, spesso nelle cose che dice assume un linguaggio colorito, nel quale non mi rivedo. Credo che le sue parole siano state sbagliate, ma ha chiesto scusa, quindi la polemica è chiusa

Lucia Ciruzzi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui