Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, attraverso la sua pagina Facebook, replica al corteo “Stop biocidio” che ha visto diverse migliaia di partecipanti, provenienti da ogni angolo della Regione, manifestare da piazza Mancini fino a Palazzo Santa Lucia, sede degli uffici della Giunta regionale.
Il post è un delirio di inesattezze dettate un po’ dalla paura di perdere consensi che, dopo l’inchiesta ‘Bloody Money‘, si fa sempre più concreta, un po’ dalla smania di onnipotenza che, sin dagli albori della sua carriera politica – quando era soprannominato ‘Pol Pot‘ – lo contraddistinguono.
De Luca ci ha provato. Il corteo ‘Stop biocidio’ viene descritto in maniera ironica, usando toni saccenti, dal presidente della Regione, che è un buon modo per sminuire quanto accaduto ieri a Napoli. Nel prologo del suo post, De Luca evidenzia alcune problematiche della città di Napoli, come a voler sottolineare che i cittadini avrebbero dovuto protestare per quei motivi e non per la propria terra, ormai letteralmente invasa dai rifiuti. Successivamente, l’ex sindaco di Salerno paragona la manifestazione di ieri al buco dell’ozono. Eh sì, il buco dell’ozono è un grosso problema, di carattere mondiale. Lucidamente, però, non sembrerebbe questo un buon motivo per non scendere in piazza a manifestare contro un governo che ha attuato politiche scellerate in materia di rifiuti. Infine, il governatore della Campania, in maniera un po’ irriverente risponde agli incivili (immancabili nei suoi sproloqui) e ai rivoluzionari della chiacchiere, con un «Hasta la victoria siempre».
De Luca ignora, o finge di non sapere, che poco più di un anno fa l’Unione Europea ci ha sanzionato con 27 milioni di euro per omessa bonifica delle discariche che, per esempio, a Battipaglia non vengono bonificate dal 2002; sanzione che è arrivata a 248 milioni per l’emergenza rifiuti in Campania. In pratica, ogni giorno, noi cittadini campani paghiamo 176.000 euro di multa. De Luca ignora, o finge di non sapere, che i termovalorizzatori non li ha eliminati, piuttosto ha deciso di non costruirne altri a favore, però, di 25 ulteriori impianti di compostaggio in tutta la Campania che comporteranno la lavorazione di centinaia di tonnellate di rifiuti in più. De Luca ignora, o finge di non sapere, che la raccolta differenziata sta toccando i minimi storici in tanti comuni campani, che i roghi e gli sversamenti tossici, come mostrano i filmati di recenti inchieste giornalistiche, continuano incessanti.
In piazza, sabato, c’erano attivisti, studenti, cittadini, comitati, associazioni, disoccupati che tutt’insieme, sotto un’unica bandiera (Stop biocidio), hanno lanciato sacchetti di spazzatura all’indirizzo delle Istituzioni come a dire «Pigliatevela di nuovo indietro». E non si può sminuire. Perché è l’ennesima manifestazione di sfiducia verso questa classe dirigente che, evidentemente, per il popolo campano ha fallito. E c’è più di un motivo per dargli ragione: i cittadini hanno rivendicato le promesse non mantenute, gli affari fatti sulla loro salute quando imprenditoria, politica e malaffare si sono legate a doppio filo. Come scrive Giuseppe Manzo nel suo blog:
«È un sistema di imprese, di malaffare, di connivenze e di oppressione ambientale che va messo in quelle “sacchette” perché mai più si dovrà ancora gridare Stop Biocidio».
Il vacuo tentativo del governatore De Luca di far passare in sordina che c’è ancora una fetta di popolazione stanca delle vessazioni subite, è un buco nell’acqua: è la paura concreta della fine che si avvicina. Di un impero, costruito 20 anni fa, che piano piano va sgretolandosi. Non si preoccupi presidente, noi continueremo a chiamarla comandante:
Hasta la victoria siempre, comandante De Luca.
Paolo Vacca