Antonella Leardi non è un personaggio pubblico, né una scrittrice che vuole vendere libri.
Antonella è una donna che ha subito un dolore indescrivibile: non è facile accettare la perdita del proprio figlio, nessuno può conoscere la sofferenza che porta nel cuore, ma quel dramma l’ha trasformato in un messaggio di pace. Ciro Esposito aveva circa 30 anni quando veniva ferito gravemente da quel tifoso ultrà romanista, e morì dopo giorni di agonia. Quel dramma diventò un lutto dell’ultima Coppa Italia vinta dal Napoli contro la Fiorentina.
Antonella non si è chiusa in casa con il suo dolore, anzi, ha deciso di scendere in campo, e lo fa con amore: ha permesso che nella sua vita entrasse Cristo Gesù, e addolcita dall’amore e dal perdono del Signore, si rivolge alla gente parlando di speranza. Alcuni non sono d’accordo, pensano che Antonella si stia mettendo al centro dell’attenzione, ma non è così.
È una donna meravigliosa, tutto ciò che fa, lo fa con amore. Forse la gente preferisce l’odio, la vendetta, io penso che nel mondo ci sia già troppo odio, meglio perdonare e vivere parlando di speranza, anche perché è l’ultima a morire. Antonella incontra i giovani, lo farà anche mercoledì 27 maggio alle ore 10,00, quando incontrerà gli alunni della scuola media Martin Luther King di Casoria, invitata dal dirigente scolastico Fernanda Manganelli.
È giusto che Ciro Esposito venga ricordato tutti i giorni, anche perché la violenza negli stadi continua ancora, nessuno vuole altre vittime per un tifo sbagliato, il calcio è il gioco più bello del mondo, perché trasformarlo in odio? Quel giorno Antonella parlerà ai cuori di quei ragazzi che un giorno andranno allo stadio: in mente dovranno avere le parole d’amore che la mamma d’Italia rivolgerà loro. Chi ha perso un figlio per un tifo sbagliato può dare lezione di vita, Antonella lo fa con gioia, perché nel suo cuore Ciro non è mai morto.
Francesco Gemito