Napoli. Il 23 maggio i lavoratori del CULP (Compagnia Unica Lavoratori Portuali) sono scesi di nuovo in piazza per denunciare e contrastare i tagli e i licenziamenti che continuano a interessare il settore logistico del porto di Napoli.

Nel volantino distribuito durante la protesta, a firma del Comitato Operai e licenziati del porto, si denuncia come il piano di liberalizzazioni, portato avanti da anni dall’autorità portuale di Napoli, abbia scatenato «una guerra tra poveri e un abbassamento dei salari col solito alibi della crisi». Sotto accusa anche le istituzioni colpevoli, secondo i lavoratori del porto di Napoli scesi in piazza, di aver avallato piani di licenziamenti e tagli che hanno portato beneficio e profitto alle grandi compagnie private.

Al centro della protesta innanzitutto la situazione dei lavoratori di SOTECO, CONATECO e CULP, considerate simbolo di quanto accade nel porto del capoluogo campano. «Numerosi operai sono stati licenziamenti nelle ultime settimane nel silenzio totale dei sindacati confederali» scrivono nel volantino gli operai del comitato, nonostante Pasquale Legora De Feo (amministratore di CONATECO) abbia «beneficiato per anni degli ammortizzatori sociali lasciando inoltre il terminal in condizioni igieniche vergognose e senza alcuna tutela della sicurezza sul lavoro».

Gli operai del porto di Napoli non hanno intenzione di accettare passivamente questa situazione e denunciano che nulla è cambiato da quando, nel novembre scorso, il ministro Graziano Del Rio ha firmato la nomina del nuovo presidente dell’autorità portuale, Pietro Spirito. Il Comitato si prepara dunque ad una estate di mobilitazioni e scioperi, auspicando l’organizzazione di comitati dal basso che si oppongano allo smantellamento del settore logistico del porto. A breve scadrà la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori CONATECO e bisognerà capire come mettere in piedi un piano industriale sostenibile e che non lasci senza reddito altre famiglie, provando a scongiurare gli effetti devastanti di una crisi che, da congiunturale, potrebbe tramutarsi in strutturale.

Mario Sica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui