Alla luce dei risultati delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, la situazione è chiara: l’astensionismo trionfa, nonostante sia il PD a vincere, e la Lega si dimostra la vera forza motrice del centro-destra. L’esito del “voto-non voto” ha creato un vero terremoto politico e tra i più probabili effetti vi è la rottura del Patto del Nazareno. “Io mi sono stancato di trattare. Di farlo con tutti. Così diventa una palude”. Queste le parole del premier, che, riferendosi allo sbriciolamento dell’accordo sulla legge elettorale e sull’abolizione del Senato, inizia a correre al riparo, aprendo la strada ad un possibile scenario, di cui già si parla da qualche settimana: le elezioni anticipate.

Per Silvio Berlusconi, stando a quanto scrive liberoquotidiano.it, il Presidente del Consiglio avrebbe “disatteso i patti” con modifiche “non concordate sull’Italicum”. Ma a far andare ulteriormente sulle furie il Cavaliere è stato il tweet di Matteo Renzi in cui ha scritto: “La Lega ha asfaltato Forza Italia”, affermando indirettamente che il vero avversario politico è Matteo Salvini e non più Berlusconi. Sugli accordi Renzi-Berlusconi e sulla disfatta delle elezioni interviene anche Renato Brunetta, che afferma: “Il primo punto di revisione che dobbiamo fare riguarda il Patto del Nazareno e la differenza tra la leale disposizione del presidente Berlusconi e quella che si sta sempre più dimostrando l’intenzione egemonica del presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi”.

Che il Patto del Nazareno scricchioli lo pensano oramai in molti, anche perché ora sarà difficile per Berlusconi tenere uniti i suoi senatori e controllare i suoi gruppi parlamentari. Il senatore Augusto Minzolini chiede al proprio leader di cambiare linea politica “perché in politica si ha una ragione d’essere non per i patti stipulati, ma per quelli che intercorrono con i propri elettori”. A tal proposito interviene anche Gaetano Quagliariello, il quale dichiara: “È pressoché impossibile che rimanga in piedi (riferendosi al Patto del Nazareno, ndr). Berlusconi non controlla più niente, figuriamoci i suoi gruppi parlamentari”.

In ogni caso il leader di Forza Italia, nonostante perda notevoli consensi alle elezioni (in Emilia FI è stata doppiata dalla Lega), all’interno del Parlamento è ancora forte: la sfida tra i due terminerà con la corsa al Quirinale, per la quale ci si prepara ad una “lunga serie di votazioni”, come dichiara Pier Luigi Bersani, e Berlusconi non ha intenzione minimamente di restare fuori dal gioco politico-istituzionale che ci sarà a gennaio.

Andrea Palumbo

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