Dal 10 al 14 Febbraio 2015 ritorna come ogni anno il “Festival di Sanremo” al Teatro Ariston e quest’anno sarà condotto da Carlo Conti.

Un festival della tradizione, nel suo pieno ritorno alla canzone italiana, una tradizione che negli anni passati ha accennato ad un lieve rinnovamento, ma che poi alla  fine nella sostanza non era un vero rinnovamento, non si parlava quasi per niente di musica e lo spettacolo era tutto concentrato su messaggi di politichese, messaggi pseudo intellettuali, parolacce inopportune, monologhi banali e fatti passare per arte e quant’altro di finto snob si poteva presentare. Perché non tornare alla tradizione della musica italiana? Ci sta e certamente non stona.

Il festival targato Carlo Conti è un sano ritorno alla tradizione che non porterà sussulti, ma perché dovrebbero esserci per forza? A Sanremo ci si augura solo di ascoltare buona musica, il contorno è una stucchevole inutilità. Come lo ha definito lo stesso Conti in conferenza stampa il festival sarà “una macedonia di frutta fresca in cui ci sono quasi tutti i sapori che servono”; infatti sarà un pour-pourri di musica varia; ci sarà la musica giovanilistica che proviene dai talent e quella di già conosciuti cantanti pop in cerca di rilancio, qualche nome importante che porterà il proprio passato; non ci sarà la canzone d’autore, non ci sarà il movimento indie e mancherà un sound sporco e verace tipo quello dell’appena compianto Pino Daniele; e non ci sarà un rap vero di protesta. Ma il festival ha bisogno di un “classicismo” senza sconvolgimenti perché è il festival per la famiglia, il festival è di tutti gli italiani, è il festival della musica italiana melodica. Il pubblico di rai uno è un pubblico generalista che ha bisogno di distrarsi senza intellettualismi inutili, facce contrite dei presentatori e senza paternali dal pulpito; il festival di Sanremo è un festival canoro e questo deve rimanere; il messaggio che deve trasparire è un messaggio di leggerezza e ottimismo e attirare i giovani ben rappresentati quest’anno da Moreno, Dear Jack, il Volo, Lorenzo Fragola, Anna Tatangelo anche se lei ora ha virato verso un innocuo contesto neomelodico. Ci saranno il ritorno di pezzi pregiati come Alex Britti e Irene Grandi che sarà accompagnata dal piano funambolico di Stefano Bollani, Britti e Grandi che certamente porteranno qualche sferzata pop interessante. Ci sarà Nesli che ha tradito il rap e si è buttato su un anonimo pop per cercare di ampliare il suo pubblico. Ci saranno poi gli immancabili ospiti o superospiti come dir si voglia, che proveranno a illuminare le quattro serate: Alessandro Siani, Angelo Pintus, Giovanni Allevi, Luca e Paolo; e poi si attende ancora qualche botto dell’ultim’ora. Il festival di Sanremo è un rito che va condiviso il mese di febbraio con gli amici, con i parenti, con tutti gli italiani, e ci si aspetta solo di ascoltare musica, che è l’ obiettivo principale di Carlo Conti. Infatti lo slogan di quest’anno non a caso è “tutti cantano Sanremo” che racchiude la filosofia del gruppo di lavoro che quest’anno si occupa della direzione artistica. Questo ci si augura che accada.

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DANIELA MEROLA

 

 

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