Lo scorso 9 gennaio il presidente della Commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia, M5S, ha presentato una proposta di legge elettorale: il Germanicum, alias Brescellum. Ancora una volta si torna a discutere di proporzionale, collegi e sbarramento e si pongono le basi per trasformare profondamente lo scenario politico attuale. A subirne le conseguenze i piccoli partiti e la diversificazione. Ma perché? Cosa prevede la proposta?
Il Germanicum ha come modello di riferimento, e nemmeno troppo, quello tedesco e si basa sull’assegnazione dei seggi di Camera e Senato attraverso il proporzionale, eccezion fatta per la Valle d’Aosta e per i seggi riservati all’estero. Sono cancellati i collegi uninominali del Rosatellum, è introdotta una soglia di sbarramento del 5% e il diritto di tribuna, viene cioè data la possibilità di entrare in Parlamento a chi non supera la soglia del 5% nel caso in cui si ottengano tre circoscrizioni in due Regioni. La proposta mantiene i listini bloccati. Ma come cambia lo scenario politico con il Germanicum? Quorum, YouTrend e Cattaneo Zanetto & Co hanno simulato cosa accadrebbe se si votasse con la legge elettorale proposta. Nelle proiezioni si considerano le percentuali dei sondaggi Youtrend per Agi dello scorso dicembre. E viene, altresì, considerato il taglio dei parlamentari per cui la situazione che si presenterebbe è all’incirca così:
Germanicum: favorevoli e contrari
Porcellum, Italicum, Rosatellum, Brescellum, chi più ne ha più ne metta. E intanto è scontro tra fautori e dissidenti. Favorevoli PD e M5S. In fin dei conti il proporzionale va bene al PD, e ancora di più al M5S che da sempre ha dichiarato di essere né per la cioccolata svizzera, né per la Nutella, citando Gaber, vale a dire né di destra, né di sinistra. Il proporzionale gli darebbe la possibilità di schierarsi con l’una e l’altra parte.
Tra i dissidenti dal Germanicum la Lega, che spera da tempo in un maggioritario puro e per questo ha proposto un referendum che è stato però bocciato dalla Corte Costituzionale. Italia Viva chiede invece l’eliminazione del diritto di tribuna: meno si è, meglio è.
Contrari anche Sinistra Italiana e in generale i partiti minori come Verdi e Italia Comune che temono di non superare la soglia di sbarramento. Da qui lo sfogo di Fratoianni, Sinistra Italiana, che scrive su Twitter:
“Il PD vuol chiudere su #LeggeElettorale con sbarramento al 5%. Li capisco: sono così forti rispetto alle destre di Salvini che possono anche fare a meno di quel 10% di elettori che sceglierebbero i partiti alleati attualmente stimati sotto la soglia di sbarramento.” Il problema che si pone con il Germanicum e lo sbarramento al 5% non è solo di rappresentanza. La frattura è molto più grande.
Gli effetti dello sbarramento al 5%
Il punto focale è trovare un sistema che garantisca l’equilibrio tra rappresentatività e stabilità governativa. Il dubbio è che il Germanicum non garantisca il Governo dopo le elezioni e che provochi una sempre maggiore frammentazione.
La legge elettorale non è cosa altra rispetto al sistema politico, all’offerta e addirittura alla comunicazione politica. Il sistema elettorale implica strategie. Con il Germanicum gli accordi di partito si potranno fare soltanto dopo il voto, viene infatti tolta la possibilità di creare alleanze in partenza e gli elettori non potranno dunque valutare a monte possibili formazioni di governo.
I soliti noti resteranno seduti, gli altri scompariranno. La combinazione taglio dei parlamentari e sbarramento al 5% di fatto rischia di far scomparire quei partiti che, seppur piccoli, rappresentano non solo una volontà popolare ma anche alleati di governo più vicini rispetto ad altri, e, cosa non da poco, una voce in più.
Alba Dalù