La Trappola: «L'esistenza si piega laddove mancano le relazioni»

La Trappola è un interessante progetto multimediale che si basa su musica, immagini e video a scopo comunicativo.

L’obiettivo dell’artista è quello di mettere in risalto il contenuto delle sue opere e lasciare che a parlare siano esse. Egli è totalmente assente dalla scena, quasi come se non esistesse. È l’oggetto artistico ad esprimere valori concettuali e non l’artista stesso: attraverso la propria arte, La Trappola vive e si rende presente al suo pubblico. L‘assenza diventa pertanto presenza.

Il concetto di assenza sul quale verte il progetto musicale de La Trappola è espresso pienamente anche nel primo singolo Non è tardi. In questo brano dal sound funky, viene messo in luce il senso di vuoto e smarrimento del protagonista estraneo dalla realtà che lo circonda ed incapace di prendere in mano le redini della propria vita: il corpo è presente, ma la sua anima no. L’unico elemento che tiene in vita il personaggio della canzone è il ricordo nostalgico di episodi vissuti nel passato dall’artista.

La Trappola ha chiarito le idee dell’ambizioso progetto da lui intrapreso e del suo singolo Non è tardi. Di seguito l’intervista completa.

Attraverso il tuo progetto intitolato La Trappola, hai deciso di mettere in risalto i contenuti delle tue opere senza lasciar trasparire troppo la tua figura di artista. Cosa ti ha spinto a dar vita a questa tua creatura? Quale è il messaggio che vuoi infondere nei tuoi ascoltatori?

«Credo che derivi tutto da una forma di imbarazzo e per il momento preferisco rimanere nell’ombra. Non credo che sia così importante legare un volto di un artista ad una canzone per amarla. Escludo l’idea di artista dal discorso; vorrei che a parlare non fossi io, ma le mie opere. Quello che principalmente mi aspetto arrivi del pezzo è il suo flow, un piacere quasi istintivo che va oltre i generi e le personalità.»

Il brano Non è tardi ha un ritmo energico e coinvolgente nonostante sia piuttosto malinconico. Le tematiche principali su cui è incentrato il pezzo sono la sconfitta e il senso di vuoto; il sound appare pertanto in netto contrasto con il contenuto del testo. A cosa è dovuta questa tua scelta stilistica? Puoi raccontarci come è nato il primo singolo di La Trappola?

«Sono tematiche legate al senso borghese della sconfitta. Il personaggio che racconto non vive un’esistenza legata alla sua contemporaneità, bensì cerca di aggrapparsi a fantasmi del passato che magicamente abitano il suo presente. Come i sogni queste creature hanno vita breve; pertanto il primo contatto con la realtà le dissolve. Il nostro eroe è così amareggiato da negarsi a qualsiasi forma di contatto: preferisce il surrogato al reale, la sicurezza allo scherno e al giudizio altrui. Il romanzo Oblomov dello scrittore russo Gončarov racconta magnificamente le avventure dell’omonimo protagonista, un pigro e paranoico borghese della San Pietroburgo di inizio ‘900 che quasi programmaticamente si abbandona all’indolenza e all’inattività totale arrivando a perdere quasi ogni forma di contatto umano. Le sonorità di  “Non è tardi” richiamano a tratti una eco anni novanta: sento nella musica pop di quel tempo una sorta di energetico quanto finto entusiasmo che racconta perfettamente il senso di vuoto delle parole del pezzo.»

Il protagonista del brano vive ancorato ai ricordi del passato rifiutandosi di costruirsi il suo presente. Guardarsi perennemente indietro e rifiutarsi di accettare la realtà che si presenta è un comportamento poco raccomandabile per il proprio sviluppo personale. Secondo il parere di La Trappola, cosa spinge una persona a comportarsi in questo modo?

«Credo che l’esistenza possa piegarsi sopratutto laddove scarseggiano le relazioni umane. C’è un esempio tanto palese quanto spietato: la storia di William James Sidis. A mio parere egli fu uno degli esseri umani più precoci ed intelligenti della storia recente, un incredibile portento che tenne la sua prima lezione universitaria a tredici anni sulla geometria solida di figure quadridimensionali. Un genio assoluto e rarissimo caduto completamente nell’oblio. Il suo contatto con la società era alterato dalla sua genialità che risultava invalicabile a chiunque. Il non comprendere e il non essere compreso portarono velocemente il dissolversi della sua vita: Sidis rimase intrappolato nella trappola sociale e rimase, ahimè, un bizzarro esempio di un’esistenza incomprensibile.»

Come vedi il tuo futuro nel mondo della musica? Quali sono i tuoi obiettivi?

«Non sono assolutamente in grado di rispondere a questa domanda. La Trappola è fuori dal tempo e dallo spazio. Mi auguro soltanto di riuscire nel continuare a lavorare da artista a questo progetto che mi sta stimolando e appassionando moltissimo

Vincenzo Nicoletti

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