Un nuovo video-messaggio di John Cantlie, corrispondente britannico rapito dall’Isis, è stato diffuso in rete. Si tratta del quinto video rilasciato dall’Isis in cui Cantlie parla del destino degli ostaggi e delle condizioni di prigionia in cui questi ultimi sono tenuti dallo Stato Islamico. L’Isis sembra parlare per bocca del reporter, che tesse un vago encomio della situazione in cui gli ostaggi del Califfato si trovano a vivere: “A meno di non fare qualcosa di stupido come tentare la fuga, veniamo trattati bene. […] Viviamo in relativa armonia, possiamo leggere libri, fare dei giochi per passare il tempo.”
Nel video, che riprende il medesimo ambiente asettico dei precedenti, Cantlie pare leggere un messaggio le cui note dolenti constano di imputazioni rivolte ai governi occidentali, in particolar modo quelli di Stati Uniti e Gran Bretagna. L’antifona è ben chiara sin dall’introduzione: “Buongiorno, sono John Cantlie, il cittadino britannico abbandonato dal suo stesso governo”. Nel comunicato, il fotografo britannico parla di come il Califfato abbia rilasciato 16 ostaggi di 6 paesi europei in seguito a trattative e negoziati condotti a buon fine, mentre solo “i prigionieri britannici e americani sono stati lasciati indietro”.
Il “j’accuse” dello Stato Islamico, rivolto per mano di Cantlie, è rivolto al fatto che Washington e Londra si siano preclusi a priori la prospettiva di intavolare dei negoziati con i jihadisti, lasciando la sorte dei propri cittadini nelle mani dei loro potenziali aguzzini.
“I nostri governi hanno scelto di non negoziare con lo Stato islamico. E mentre tutti gli altri accettavano le condizioni poste per il rilascio, per noi non c’era nessun accordo”. Cantlie cita i casi di due giornalisti spagnoli e di quattro francesi che sono stati rilasciati dall’Isis prima dell’estate di quest’anno in quanto “i loro rappresentanti avevano soddisfatto le condizioni per il proprio rilascio”.
John Cantlie è stato rapito in Siria il 22 novembre 2012 assieme a James Foley, il reporter americano decapitato a Raqqa il 19 agosto scorso. A circa un mese prima della morte di Foley risalgono alcuni presunti messaggi dei familiari di un prigioniero statunitense, che Cantlie è costretto a leggere in quest’ultimo pezzo di propaganda mediatica dell’Isis. Si tratterebbe di alcune mail di amici e familiari che denunciano come il governo di Obama li abbia abbandonati: “Siamo stati puniti per aver parlato con voi, non ci aspettiamo nessun aiuto dal nostro governo”.
Eppure, secondo quanto Cantlie sembra costretto a dire, il compenso per il rilascio degli ostaggi sarebbe stato la semplice scarcerazione di prigionieri islamici e il loro immediato trasferimento nelle file del Califfato, ma i governi avrebbero scelto di ignorare completamente le negoziazioni. Il comunicato termina con il congedo di Cantlie, il quale rimanda ad una prossimo video che continuerà a trattare del fallimento delle operazioni di salvataggio da parte dei governi occidentali e del fatto che essi abbiano negato qualsiasi valore alla vita dei propri cittadini.
Intanto, in Egitto, gruppo jihadisti vicini allo Stato Islamico continuano ad attaccare l’esercito nazionale nella penisola del Sinai. Il presidente Al Sisi ha convocato il Consiglio di difesa per pianificare le contromisure. Negli ultimi tre attentati sarebbero morti 26 militari e quasi in 30 sono rimasti feriti. Nella sola Sheikh Zowayyed almeno tre tra bombe ed autobombe sono esplose negli ultimi giorni provocando decine di morti e feriti. Al Cairo, nella giornata di venerdì, sono proseguiti i cortei anti-governativi condotti dai Fratelli Musulmani, con conseguenti scintille di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine, che restano, in Egitto, il principale obiettivo degli attacchi jihadisti.
Ecco il video:
Cristiano Capuano