Il formaggio è un prodotto antichissimo e allo stesso tempo molto noto e consumato nel mondo. E’ proprio il suo consumo che induce studiosi a sviluppare studi frequenti su qualità, composizione e miglioramenti. E’ notizia di questi giorni che l’Università del Michigan ha pubblicato sulla US National Library of Medicine il suo nuovo studio sul formaggio con il quale evidenzia che oltre ad essere un alimento eccellente con tutte le sue proprietà ha inoltre un effetto di dipendenzformaggi31a.

Considerando i dati raccolti, sarebbe emerso un’altra informazione importante e cioè che uno degli alimenti che creano maggior dipendenza è la pizza, ma secondo gli esperti, ciò sarebbe dovuto alla presenza del formaggio stesso. Lo studio ha fatto emergere che la dipendenza è legata al modo in cui gli alimenti vengono elaborati.

Un esempio è che gli alimenti ricchi in grassi ed elaborati, proprio a causa della oro composizione grassa questi possono creare maggiore dipendenza rispetto ad altri.

Il formaggio sembra far parte di questa categoria in quanto la Caseina, una proteina che si trova nel latte e quindi anche in tutti i prodotti lattiero-caseari, durante la digestione, rilascia delle sostanze chiamate casomorfine, una serie di sostanze simil effetto dell’oppio le quali causano appunto dipendenza.

TopoformaggioEsistono tuttavia altri studi oltre questo appena citato, nei quali si spiega che il formaggio avrebbe un ottimo effetto anti-carie. La proposta proviene dall’Academy of General Dentistry, associazione di dentisti statunitense che ha pubblicato sulle pagine della sua rivista clinica, General Dentistry, dove il derivato del latte aiuta a mantenere i valori di pH nella bocca a livelli non dannosi per lo smalto e potrebbe proteggere la superficie dei denti grazie ad alcuni suoi componenti.

Allo stesso tempo in Europa diversi Laboratori di ricerca come alcuni in Svezia e in Uk stanno valutando rischi e malattie che derivano da un alto consumo di formaggio. Tuttavia le ricerche continuano e siamo ancora distanti a giungere ad una conclusione.

Fonti: Agroalimenti e Dintorni

Marcello Cepollaro

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