“In maniera silenziosa e poco trasparente si sta lavorando alla delocalizzazione dello stabilimento industriale salernitano.” È questa l’accusa che Damiano Cardiello, consigliere ed esponente giovanile di Foza Italia, muove al primo cittadino della città di Eboli.
Lo stabilimento in questione è quello delle Fonderie Pisano, situato in località Fratte in Via dei Greci N°144, che è stato dichiarato responsabile di danni ambientali dal Tribunale di Salerno nel 2007. Dopo innumerevoli manifestazioni cittadine volte alla chiusura dello stabile, è stato aperto un tavolo di discussione per trovare una nuova ubicazione all’acciaieria. Quest’ultimo ha visto la partecipazione dell’assessore comunale all’ambiente ebolitana, Maria Sueva Manzione, scaturendo la preoccupazione del rappresentante di Forza Italia, il quale ha preteso chiarimenti da parte dell’Amministrazione comunale, che è stata pronta a smentire. “Nessuna disponibilità è stata mai resa in quella sede” afferma l’assessore, ribadendo che la sua presenza al Tavolo è dettata da un dovere di partecipazione a qualsiasi discussione che venga indetta dalla Provincia, non ad un interesse nei confronti del trasferimento dello stabilimento sul territorio di Eboli.
Il sindaco ebolitano, Massimo Cariello, inasprito dalle false denunce mosse da Cardiello, evidenzia, oltre all’infondatezza dell’insinuazione mossa dall’esponente di Forza Italia, che, nel caso in cui non fosse stato sindaco, avrebbe ringraziato l’assessore per la partecipazione ad un tavolo “nel quale si discuteva di questioni sensibili, in modo da avere la possibilità di salvaguardare il proprio territorio comunale“.Ma l’accusa del consigliere non sembra essere la prima, infatti, il primo cittadino invita il capogruppo Cardiello a smettere di gettare fango sull’Amministrazione, in quanto ciò “non solo non paga, ma fa si di gettare allarmismo ingiustificato“.
Sembra che, per l’ennesima volta, vengano utilizzate situazioni delicate a scopi propagandistici. Dimenticando che i cittadini salernitani sono impegnati da anni nella lotta contro la chiusura delle Fonderie, le quali provocano danni ambientali e, inevitabilmente, alla salute della popolazione, cui tutela è sancita dall’art. 32 della Costituzione Italiana. Una nuova ubicazione per lo stabilimento va trovata, ma ciò deve avvenire in conformità all’interesse per la salubrità dell’ambiente e dei cittadini, non per una mera vittoria comunale.
Elisabetta Lambiase